Väki - Sandra Prami, The Venice Glass Week Hub Under35
«Cosa sarebbero l’Italia e il mondo senza Venezia? E cosa sarebbe Venezia senza il vetro?» così ci interroga il gallerista e curatore Jean Blancheart, nel dare il via alla nona edizione di The Venice Glass Week, che quest’anno conta più di 200 eventi organizzati da oltre 300 partecipanti. Si tratta —e lo dimostrano questi numeri quanto il successo delle edizioni passate— di un festival ormai consolidato e apprezzato in laguna e a livello internazionale: un perfetto esempio di come la tradizione possa diventare elemento fondante per il presente e il futuro di una città come Venezia.
Non è solo la tradizione, però, ad essere esaltata durante questa settimana —di fatto ben nove giorni— all’insegna del vetro d’artista: quella di The Venice Glass Week è una visione che vuole celebrare l’innovazione, i nuovi maestri e un’estetica vivace e intrigante. Come spiega il Comitato Organizzatore, infatti: «Crediamo che il vetro, nella sua fragilità e nella sua forza, sia un simbolo del nostro tempo: un materiale che riflette la storia, ma che al tempo stesso si rinnova con ogni gesto creativo. La nostra visione è che Venezia resti un centro vitale e riconosciuto a livello globale non come museo di un passato glorioso, ma come laboratorio vivo dove il vetro continua a generare meraviglia, significati e comunità.»
Anche quest’anno, il centro nevralgico della manifestazione è costituito da due ampie mostre collettive, che raccolgono una selezione di opere realizzate da artisti e designer selezionati attraverso open call. La prima di queste esposizioni, The Venice Glass Week HUB, è ospitata, come di consueto, nelle sontuose sale di Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze. Cinquanta artisti affermati propongono qui le loro fragili creazioni: scheletri in vetro e legno, delicate foglie, gioielli che ricordano tesori emersi dalle onde e così via.
L’HUB Under35, invece, è dedicata ai giovani artisti e presenta i lavori di ben 30 designer internazionali. Allestita per la prima volta nella sede della Fondazione Bevilacqua La Masa in Piazza San Marco e curata da Stefano Coletto con Marta Gradenigo, la mostra si costituisce come una sorta di laboratorio del futuro: una vetrina d’eccezione per questi giovani creativi.
Tantissime sono poi anche le mostre istituzionali che in quest’occasione celebrano la magia del vetro. Tra queste, le Gallerie dell’Accademia presentano la personale di Tristano di Robilant, mentre Fondazione Querini Stampalia, con The Trasparent Breath, riflette sulla potenza del soffio come gesto creativo.
Ma #TheMagicofGlass coinvolge anche realtà più piccole e gallerie locali, tra cui Marignana Arte, che esplora un aspetto meno conosciuto della produzione muranese, e Victoria Miro, dove pittura e vetro si uniscono nelle creazioni di John Kørner.
Il linguaggio distintivo e irriverente dell’artista e designer Geraldina Bassani Antivari si diffonde invece negli spazi espositivi di CASA YALI, che ospita la sua prima mostra personale dal titolo INSENATURE, aperta al pubblico fino al 11 Novembre. Tramite una serie di sculture in vetro soffiato, realizzate in collaborazione con i maestri vetrai veneziani, Bassani Antivari rielabora l’immaginario collettivo ancestrale del seno femminile esplorando le connessioni personali e dell’inconscio con la corporeità umana. Le opere in vetro, che si caratterizzano per l’asimmetria e l’organicità della forma, si uniscono ad altri lavori a ricamo e intarsio in un percorso di riflessione enigmatico, profondo e a tratti surreale che colpisce lo spettatore.
L’Hotel Metropole, infine, in collaborazione con Gervasuti Foundation Venice London e Berengo Studio, presenta una piccola ma preziosa esposizione dedicata alle sculture in vetro dell’artista inglese Tony Cragg.
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