Mariana Cacciola - Subtilis Innocentia, 2024
Agata on the road 2024 è una mostra diffusa ideata e prodotta da Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS. Un percorso che nel capoluogo etneo comprende LE COLLEZIONI (Palazzo dei Chierici) con opere d’arte antica e contemporanea ispirate o dedicate al tema di sant’Agata provenienti da prestigiose collezioni private; L’ARCHIVIO (Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, con sezioni due spin off presso Isola e Spazio O Spirito mediterraneo) che presenta una selezione antologica di fotografie di artisti contemporanei italiani e internazionali dell’archivio agatino di Fondazione OELLE, dedicate alle diverse forme di materialità religiosa insite nella festa popolare di devozione; LA CALL (fON Arte Gallery Appendix, Aci Castello) cioè i lavori tra pittura, scultura, fotografia, installazioni, sound art, string art, di 14 artisti selezionati a seguito di una call nazionale sul tema sul rapporto tra sacralità e tessuto urbano, mettendo l’accento sul rapporto tra Agata e le strade, Agata e i suoni, Agata e la popolazione di una città senza filtri.
Un divenire “spontaneo” del rapporto tra sacralità e contemporaneità, tra cittadini e fede. Incanto e disincanto dell’arte contemporanea nell’evoluzione e trasformazione della religiosità attraverso l’arte. C’è tutto questo, e altro, in LA CALL di Agata on the road 2024. Opere in cui l’indefinito del sacro e del profano si mescola al gioco del materiale e dell’immateriale sul terreno dell’arte per generare forme che spezzano ogni odierna dinamica del sentire religioso.
In mostra i lavori di Carmelo Stompo, del duo Dulcis-Gramsdorff, Gaetano Gambino, Giorgia Nicastro, Giuliana Storino, Giusi Bonomo, Ilaria Feoli, Lucrezia Testa Iannilli, Luisa Gentile, Maria Francesca Mazzaglia, Mariana Cacciola, Monica Lugas, Rosa Franceschino, Tony Leone, scelti da una giuria composta da Efisio Carbone, Francesca Guerisoli, Agata Polizzi, Lina Scalisi, Ornella Laneri e Nicola Laneri. Sono stili e tecniche comunicativi diversi quelli proposti dagli autori, tutti mutuati dall’arte. Quasi una “contaminazione” che gioca sul contrasto fra composizione e contenuto.
Agata viene così raccontata non solo nel modo tradizionale, con scatti fotografici che focalizzano l’obiettivo sui volti della gente, sulle persone, marcandone la teatralità dei rituali gesti religiosi, ma anche con riuscite interpretazioni che scavano solchi profondi nell’essenza profonda di una narrazione che va oltre il sentimento religioso. La festa che colora ma che non rimane mai mera espressione popolare.
Ed ecco, dunque, altre opere che racchiudono sguardi nuovi sul cammino interpretativo della contemporaneità, come la stringart che raffigura la forza pura delle parole che Quinziano rivolge ad Agata prima del taglio delle mammelle, o quella in cui, attraverso un frame di un video, la spiritualità incontra la materia nello spazio, lasciando i segni del suo passaggio, come un merletto di spuma che emerge dalla compartecipazione tra onda sonora e onda visiva.
E poi, altro ancora. Come l’opera che affronta il tema della memoria e del conflitto, tra l’umano e il trascendente, rimarcando l’ascesa verso il cielo e verso una dimensione spirituale; o quella che raffigura una giovane donna in metamorfosi, che dopo una mastectomia in lockdown decide se e come ricostruire il suo corpo. È lo scenario che rispecchia il calvario della Santa. Il cuore diventa sacro nel presente. Un salto nel contemporaneo con lo sguardo al passato.
Il rapporto tra sacralità, devozione, tradizione, culto ed espressione artistica contemporanea si consolida dunque come un rapporto di derivazione creazionale che riesce a trovare, nelle opere degli autori esposti, un medium narrativo variegato ma altamente esplicativo nelle molteplici forme dell’arte. L’operazione di Fondazione OELLE è ben riuscita e apre la strada verso nuove modalità espressive. Proprio per questo, la presidente Ornella Laneri ha annunciato che il racconto di Agata on the road 2025 sarà affidato a uno degli artisti selezionati quest’anno, a cui sarà offerta una residenza per seguire la festa e proporre, il prossimo anno, il suo lavoro.
Quella di sant’Agata a Catania è la terza festa religiosa più importante al mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Cuzco in Perù, proprio per il grande numero di partecipanti che di consueto coinvolge: oltre un milione di persone dai cinque continenti. Si svolge tradizionalmente dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto. La prima data è quella del martirio della Santa etnea (a cui furono asportate le mammelle), mentre la data di agosto ricorda il ritorno a Catania delle sue spoglie, dopo che queste erano state trafugate e portate a Costantinopoli. Le opere della CALL saranno esposte fino al primo marzo.
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