L’arte è dentro ognuno di noi, nel senso letterale del termine. Protagonista di “BACTERIART, from invisible to visible”, progetto promosso da NABA – Nuova Accademia di Belle Arti e Yakult Italia, è infatti il microbiota intestinale, cioè l’insieme complesso di microorganismi simbiontici che convivono all’interno dell’organismo umano e contribuiscono al mantenimento della sua salute.
E intorno a questo intricato sistema di relazioni, in cui la cooperazione gioca un ruolo fondamentale, hanno lavorato gli 11 studenti dell’Accademia – iscritti al Triennio in Pittura e Arti Visive e al Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali delle sedi di Milano e Roma – chiamati a interpretare il micro-mondo dei batteri e la sua centralità per il benessere psico-fisico degli individui. Insomma, rendere visibile ciò che normalmente è invisibile all’occhio umano, attraverso i linguaggi dell’arte.
Il percorso, durato l’intero anno accademico, comprensivo di attività scientifiche, visita al laboratorio di microbiologia, incontri con artisti ed esperti di comunicazione e arti visive, si completa ora con la presentazione al pubblico: le opere finaliste saranno esposte dal 27 al 30 settembre 2022 all’interno della mostra, aperta a tutti, che si terrà presso il Campus milanese di NABA, in via Darwin 20. Il progetto vincitore sarà premiato dalla giuria internazionale e annunciato in occasione dell’apertura della mostra.
Un bell’esempio di collaborazione tra ricerca e formazione, scienza e arte. Fondata da Ausonio Zappa a Milano nel 1980, la NABA è invece la più grande Accademia privata italiana ed è la prima ad aver conseguito, nel 1981, il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Università e della Ricerca. Con i suoi due campus di Milano e Roma, offre corsi di primo e secondo livello nei campi del design, fashion design, grafica e comunicazione, arti multimediali, nuove tecnologie, scenografia e arti visive, per i quali rilascia diplomi accademici equipollenti ai diplomi di laurea universitari.
Dall’altra parte del mondo, qualche anno prima, nel 1930, all’Università di Kyoto, in Giappone, il Dott. Minoru Shirota, microbiologo e ricercatore della facoltà di Medicina e fondatore di YAKULT, selezionò e coltivò un particolare fermento lattico, tanto forte da resistere ai succhi gastrici e giungere vivo nell’intestino, favorendo così l’equilibrio della flora intestinale. Questo fermento fu chiamato L. casei Shirota (LcS) in suo onore ed è alla base dei noti prodotti che troviamo nei supermercati e nei negozi alimentari.
Proprio al rapporto tra arte e scienza è dedicato un incontro che si terrà durante la presentazione della mostra del 27 settembre. Dopo l’introduzione del giornalista Alessandro Cannavò, ne parleranno Andris Brinkmanis, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive di NABA, Nomeda & Gediminas Urbonas, Artisti e docenti del Massachusetts Institute of Technology – MIT Cambridge, Patrizia Brigidi, Full Professor of Fermentation Biotechnology, Department of Medical and Surgical Sciences, School of Medicine dell’Università di Bologna, Eva Fabbris, Exhibition Curator di Fondazione Prada, Marianna Vecellio, Curatrice di Castello di Rivoli, Lucia Aspesi, Assistente Curatrice di Pirelli HangarBicocca, Marco Scotini, Visual Arts Department Head di NABA.
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