CATANZARO MARCA UN PUNTO

di - 24 Aprile 2008
Il guardiano del tempio è un rinoceronte di grandi dimensioni in vetroresina, realizzato da Davide Rivalta. Attira l’attenzione dello spettatore -più che respingerla- non appena si varca la soglia del neo-polo museale di Catanzaro, Marca, che vede la luce in pieno centro storico. Un contenitore ottocentesco nato per essere filanda, poi adattato a istituto per sordomuti con tipografia annessa.
Si procede, quindi, per luoghi comuni: dall’archeologia industriale all’acronimo, direttore artistico incluso, l’attivissimo Sergio Risaliti, già fondatore e curatore delle Papesse di Siena. Per la Provincia di Catanzaro è una nuova scommessa, dopo l’ambizioso progetto di Scolacium. Tre i punti di forza: la memoria storica, la rivalutazione del territorio e la potenziale proiezione in uno scenario contemporaneo di respiro internazionale.
L’“avanguardia”, presentata da Risalti nell’ambito di Archeologia del presente, è esposta nel seminterrato, a cui si accede da un ingresso laterale. Il percorso -“un dialogo e un corto circuito fra l’arte attuale, la sensibilità presente e la ricerca di oggi, con quanto di permanente e storicamente consolidato si trova esposto nel museo stesso”, spiega il curatore- inizia con il bar di Flavio Favelli (suo anche quello del Mambo di Bologna) per proseguire con le altre opere -anche queste site specific– di Davide Rivalta e Paola De Pietri, artisti nati tra il 1967 e il 1974 e attivi a Bologna.
Per questo spazio -come per la mostra al primo piano, interamente dedicato a Mimmo Rotella, illustre cittadino catanzarese- la programmazione prevede esposizioni temporanee, che in questa prima fase si concluderanno il 28 settembre.
Quanto al passato, sono le sale al piano terra a ospitare le collezioni della pinacoteca e della gipsoteca, circa duecento tra sculture e dipinti provenienti dal Museo Provinciale, inaugurato a Catanzaro nel 1879.
Uno sguardo sull’arte antica che testimonia il fiorire di una raffinata tradizione locale, sia di artisti che di committenti. Tra i pezzi esposti, la preziosa croce-reliquiario lignea del 1535; un documento del 1519 con cui Carlo V e Giovanna d’Austria costituivano il Consolato delle Arti a Catanzaro; gli oli di Battistello Caracciolo, Andrea Sacchi e Mattia Preti, per proseguire con la vasta produzione di Francesco Jerace e del garibaldino Andrea Cefaly. Intensa la grande tela Verso l’ignoto (1906), dipinta da Gaele Covelli con quei colori sul grigio e sul marrone che accompagnano il drammatico viaggio in un vagone di terza classe.
A Mimmo Rotella, felice interprete nostrano della Pop Art, il giusto riconoscimento di portavoce dell’avanguardia italiana. Nelle sale luminose e spaziose del primo piano -ineccepibili i lavori di ristrutturazione e allestimento- sono esposte per la prima volta opere dell’ultimo ventennio, insieme a L’ora della lucertola (2004), il documentario di Mimmo Calopresti dedicato all’artista. Curata da Alberto Fiz, la mostra Mimmo Rotella. Lamiere vede il coinvolgimento della Fondazione Mimmo Rotella, che ha sede nell’abitazione dell’artista, in vico delle Onde. Un luogo suggestivo, che conserva piccoli tesori degli anni ’50 e ’60 -come Naturalistico, décollage del 1953, raro esempio di impiego del vetro insieme alla juta e alla carta- nonché i cappelli: una cascata di toque, turbanti, calotte di piume, paglia, velo, velluti che la signora Teresa, madre dell’artista, realizzava per la clientela locale.

Tornando al Marca, un’accattivante Come Gilda uno (1997), Attenti (2004), lo straordinario e austero Senza titolo (1981) completamente bianco. “Dopo tante versioni dello strappo e tante interpretazioni della fenomenologia lacerante”, scriveva Pierre Restany nel 1987, “Mimmo Rotella ci propone oggi un nuovo concetto operativo di intervento fisico sul manifesto strappato. Sulle lamiere metalliche destinate all’affissione pubblicitaria in città e ricoperti di frammenti di carta -avanzi della memoria dei messaggi tipografici anteriori- l’intervento grafico di Rotella segna il marchio vitale del discorso urbano”.

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manuela de leonardis
mostra visitata il 29 marzo 2008


dal 29 marzo al 28 settembre 2008
Mimmo Rotella – Lamiere
a cura di Alberto Fiz
Archeologia del presente
a cura di Sergio Risaliti
MArCa -Museo delle Arti Catanzaro
Via Alessandro Turco – 88100 Catanzaro
Cataloghi Electa
Info: tel. +39 0961741257; www.provincia.catanzaro.it

[exibart]

Nata a Roma nel 1966, è storica e critica d’arte, giornalista e curatrice indipendente. Con Postcart ha pubblicato A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (2011), A tu per tu con i grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (2013); A tu per tu – Fotografi a confronto – Vol. IV (2017); Cake. La cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente (2013), progetto a sostegno di Bait al Karama Women Center, Nablus (Palestina). E’ autrice anche Taccuino Sannita. Ricette molisane degli anni Venti (ali&no, 2015) e Isernia. L’altra memoria – Dall’archivio privato della famiglia De Leonardis alla Biblioteca comunale “Michele Romano” (Volturnia, 2017).

Visualizza commenti

  • Alberto Fiz smentisce Cristoforo Colombo e afferma che la vera America l'ha scoperta lui a Catanzaro, sbarcando alle foci del Corace, presso le coste adiacenti ai ruderi dell'antica Scolacium, con le tre caravelle:la Ferro,il Traversa e il Rubino.

  • un'altra cattedrale nel deserto,
    un museo che non tiene conto delle persone disabili, e che si contrappone con il complesso museale del s.giovanni,(quasi fallito)la casa di rotella, vorrei sapere cosa fanno gli amministratori per gli artisti locali (li evitano e non rispondono alle email)
    BLAVI rubino argiro BLAVI

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