Progetto curatoriale indipendente nato nel 2011 per iniziativa di Federico Del Vecchio e trasformatosi negli anni â spazio di discussione e partecipazione itinerante, piattaforma editoriale e, infine, artist run space incastonato nella cappella gentilizia in un cortile di un palazzo del centro storico di Napoli (ne scrivevamo anche qui) â Flip Project continua le sue attivitĂ e, in un momento in cui il mondo dellâarte boccheggia in attesa dellâagognata pausa estiva dopo un periodo particolarmente frenetico di sovrapproduzione, presenta un nuovo intervento, che si diffonderĂ in tutta la cittĂ . LunedĂŹ, 1 agosto, la cappella in via Paladino ospiterĂ un manifesto disegnato da Enzo Cucchi e Gianni Politi, artisti separati ma anche uniti da una certa misura generazionale che si assottiglia sul piano âmagicoâ della pittura.
Il primo Maestro della Transavanguardia, il secondo considerato tra gli interpreti originali di questo linguaggio sempre attualizzato. Entrambi hanno giĂ avuto modo di collaborare, mettendo in dialogo le loro ricerche, come in un rituale di reciproco passaggio di conoscenze, come nel caso delle mostre da Sala dâAspetto, a Milano, e da Nomas Foundation, a Roma, tra il 2015 e il 2016.
In questa occasione, la cappella in via Paladino, sede stabilizzata di Flip Project, rappresenterĂ un ideale punto di partenza: varie copie del manifesto saranno infatti affisse agli ingressi della maggior parte dei luoghi deputati allâarte contemporanea di Napoli, tra gallerie, istituzioni museali e spazi indipendenti. Successivamente sarĂ presentata una pubblicazione che riporterĂ la documentazione dellâinstallazione del manifesto in tutte le location, insieme a un dialogo tra Cucchi, Politi e Del Vecchio.
In questi giorni, inoltre, da Flip Project è ancora visitabile âHAFGUFAâ, mostra dellâartista ceca Helena Hladilova, incentrata sullâiconografia del polpo e della piovra. Proseguendo la sua ricerca sullâimmaginario fiabesco, popolato da figure mitologiche, mostri, esseri mutanti e creature ibride, lâartista nata nel 1983, a KromÄĹĂĹž, in Repubblica Ceca, traduce in mondo onirico la rappresentazione del polpo, simbolo antichissimo, ritratto nei mosaici di epoca romana e sulle anfore micenee. In esposizione, bassorilievi in marmi policromi, con velature di colore ad acquerello e inserti di fusioni in bronzo.
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