«Atelier, aule studio, esposizioni, un centro di formazione», è la visione del sindaco Dario Nardella per il futuro prossimo delle OGR di Firenze: un «Grande centro dell’arte contemporanea», ha spiegato Nardella in una intervista all’edizione fiorentina di Repubblica, nato dalla riqualificazione dell’archeologia industriale delle Officine Grandi Riparazioni, situate nella zona di Porta al Prato, non distante dalla sede per meeting della stazione Leopolda e dal teatro del Maggio Musicale.
Il primo pensiero è alle OGR di Torino, il complesso industriale già di Ferrovie dello Stato e acquisito nel 2013 dalla Fondazione CRT, completamente riqualificato, riaperto al pubblico nel 2017 e attualmente punto di riferimento per l’arte contemporanea e la cultura. Ma Nardella pensa in grande e, in una intervista riportata dall’edizione fiorentina di Repubblica, fa riferimento alla Villette di Parigi, un’area sorta dalla riqualificazione dell’unico mattatoio cittadino che, oltre a un grande parco pubblico, comprende anche museo e spazi fieristici e per eventi, tra cui il Cité des Sciences et de l’Industrie, il più grande museo della scienza in Europa, e la Philharmonie de Paris, una sala da concerto sinfonico da 2400 posti.
Nell’ambito di una riqualificazione dell’intero quartiere di Porta al Prato, porta di accesso al centro storico della città di Firenze in direzione Nord-Ovest, l’operazione di recupero delle ex OGR prevedrà un intervento su una superficie di 80mila metri quadrati, nelle aree ferroviarie adiacenti al Nuovo Teatro dell’Opera. Costituita da sei capannoni adiacenti con struttura in muratura portante, copertura a falde in acciaio e legno, la struttura è stata classificata tra quelle di valore storico artistico.
Già inserito nel Regolamento Urbanistico vigente e ratificato con l’approvazione dell’Accordo di Pianificazione con Regione Toscana, si tratterà di uno dei principali interventi di rigenerazione urbana possibili sul territorio di Firenze, che darà il là alla nascita di un quartiere moderno.
Le Officine Grandi Riparazioni del materiale rotabile di Firenze risalgono all’epoca della Strada Ferrata Leopolda, che aveva la sua stazione principale a Firenze Porta al Prato. All’epoca, lo stabilimento di Porta al Prato consisteva in un’officina con fonderia e disponeva di un capannone capace di accogliere fino a 30 locomotive. Col tempo, a fronte dello sviluppo nazionale del sistema ferroviario, le officine si sono evolute e ingrandite, accogliendo altre funzioni. A seguito del Protocollo d’Intesa tra Regione, Provincia, Comune e Ferrovie dello Stato, le attività di manutenzione sono state delocalizzate a Firenze Osmannoro, comportando quindi la completa dismissione delle Officine Grandi Riparazioni di Porta al Prato.
«È l’ultima grande area urbana da riqualificare che stiamo pianificando», spiega Nardella nell’intervista, facendo riferimento agli altri progetti di rigenerazione urbana, sui quali, in questi ultimi anni, si sono concentrate le attenzioni tanto del settore pubblico quanto di quello privato. Nardella ha parlato anche dello stato delle trattative, con un accordo di acquisto raggiunto tra Ferrovie dello Stato e Gruppo Salini, tenendo a precisare che le nuove OGR di Firenze non saranno una sorta di spin off degli Uffizi ma un centro specificamente dedicato a «Discipline umanistiche, musica e arti. Coi soldi pubblici e il contributo di mecenati europei».
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