È il movimento che ha orientato gusti e tendenze degli ultimi anni e che, diffuso tra i giovanissimi, sembra aver creato una cesura insanabile con le generazioni precedenti. Nel bene e nel male, nell’esaltazione della creatività, da far esplodere attraverso i canali di diffusione più aggiornati, oppure nella glorificazione di certi stereotipi di vita criminale. Su questi effetti controversi riflette plurale, collettivo fondato nel 2020 e composto da Giulio Ancona, Leonardo Avesani e Chiara Ventura, in occasione di “NO CAP”, progetto espositivo che, dal 12 al 27 maggio 2023, animerà gli spazi di On/Off, in via Padova, a Milano.
Nello slang trap, NO CAP significa “ti dico la verità”. «Il desiderio di appartenenza a questa cultura non è altro che una maniera per sfuggire ad un senso di solitudine che mostra un dolore, una sofferenza, una falla nel sistema da tenere in considerazione», spiegano gli artisti. “NO CAP” nasce dunque dalla volontà di aprire un confronto, un dialogo intergenerazionale sul tema. Le due opere, la foto Peso piuma e il video EXPLICIT CONTENT, sono caratterizzate da una connotazione site specific, realizzate appena fuori dal Barrio’s, centro d’aggregazione giovanile della Barona, quartiere periferico a sud-ovest di Milano, che lega la vecchia scena rap di Marracash con la nuova scena trap di MimmoFlow.
Come terza produzione, solo il giorno dell’inaugurazione, venerdì 12 maggio dalle 18:30 alle 23, avrà luogo l’intervento performativo “Una boccata d’aria fresca”, con cui plurale coinvolgerà il pubblico. La mostra è accompagnata da un testo critico di Tiziano Tancredi dal titolo “La disperazione è una forma superiore di solitudine. Per ora, noi la chiameremo trap”. Una fanzine di documentazione dell’intero progetto, prodotta da ONOFF, sarà disponibile per tutta la durata della mostra.
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