Nuove Idee | I love donazione

di - 18 Marzo 2012
Manca denaro per l’arte. Manca ovunque, e manca anche nella grande America: nell’ultimo anno la New Mexico Symphony stava chiudendo i battenti, la New York City Opera ha ridotto di due terzi il proprio budget e lo stato del Kansas ha eliminato tutti i finanziamenti pubblici per l’arte.
È chiaro dunque come da questi “problemini” subentri la necessità di creare nuove strategie di fund-raising per tutte le arti. Qualche giorno fa vi avevamo dato notizia del progetto di un nuovo parco metropolitano newyorkese, il Delancey Underground, i cui progettisti, per finanziare un prototipo, avevano bisogno di uno start-up di alcune migliaia di dollari che stavano cercando di raccogliere attraverso kickstarter.com, sito che raccoglie adesioni di potenziali finanziatori per il sostentamento di un prodotto “d’arte”. La finanziaria crowd sourcing (che raccoglie adesioni dalla “folla”) sul web, negli Stati Uniti sta diventando un vero tormentone. Kickstarter (il calcio d’inizio) è, a proposito, una società di Brooklyn che funge da canale per artisti, designer industriali e altri creativi, per sollecitare donazioni, che si attende di raccogliere 150 milioni di dollari di contributi nel 2012.
E anche se queste “spinte” dal web rappresentano solo una goccia degli 8 miliardi di dollari che i privati americani riversano nell’arte, il fenomeno sta diventano parecchio evidente. «Tutti in questo momento sono alla ricerca di fondi per l’arte e la tecnologia è un ottimo canale» ha detto Sunil Iyengar, direttore di ricerca presso il National Endowment for the Arts che, recentemente, con il United States Artists di Los Angeles, un’organizzazione no-profit che supporta artisti americani e la New York Foundation for the Arts ha costituito “Artsprire”, variante del non profit on-line dedicata esclusivamente ad artisti alle prime armi o gruppi culturali. Progetti di “micro-filantropia” sono stati definiti, proprio perché il governo federale non è mai stato una grande fonte di sovvenzioni dirette agli artisti. Ma gli esperti paiono essere ancora freddi: in fin dei conti Kickstarter è nato 3 anni fa, le statistiche sono ancora lontane e i modelli simili, come indiegogo.com, utilizzato recentemente per raccogliere sovvenzioni anche dall’artista Franko B., supporta non solo l’arte ma un vasto campo di attività. Ma il nuovo modello, oltre ai soldi, comincia a raccogliere anche pareri favorevoli, soprattutto perché chi “dona” attraverso Kickstarter «è particolarmente interessato a sostenere un particolare artista, e si distingue  da quelli che sostengono le arti in genere» dice Raggi John, direttore dello sviluppo per i progetti USA (United States Artists). La facilità e la flessibilità di donare un minimo di un dollaro on-line attira anche persone che altrimenti non donerebbero niente, seppur incuriosite dalle iniziative.
Attenzione però: Kickstarter non è un ente di beneficenza, e le donazioni non sono deducibili dalle tasse. Pubblicizza sé stesso come “una nuova forma di commercio e patrocinio” e applica una tassa del 5% a chi si iscrive. Chi sovvenziona i progetti in lista, invece, riceve un omaggio in regalo o altre sovvenzioni che “ripaghino” dell’impegno nel sostentamento. «Negli ultimi tre anni 19mila progetti e iniziative aziendali sono partite grazie a Kickstarter e il 44% del totale ha raggiunto l’obiettivo di finanziamento» ha detto il patron della società Yancey Strickler, ma la somma richiesta dagli iscritti deve essere raggiunta entro un termine prefissato inizialmente. Il no-profit USA, che formalmente ha iniziato nel dicembre 2010, ha dichiarato invece 387 progetti di cui il 70% ha colpito il bersaglio del finanziamento, raccogliendo un totale di 2 milioni, tutti deducibili dalle tasse.
United States Artists utilizza un modello di fund-raising che offre agli artisti 81 centesimi su ogni dollaro, mentre il resto va a sostenere programmi di formazione e di istruzione, tasse e sovvenzioni ad altri artisti. Visto che spesso però trattasi di progetti di artisti fuori dal main-stream, Mr. Strickler ha alzato la posta, facendo notare che diversi progetti creativi che Kickstarter ha appoggiato erano degni della Biennale del Whitney o del Sundance Film Festival. Per ora si sa che, sia Kickstarter che USA, prima di indicizzare progetti, effettuano accurate revisioni, e questo un po’ rassicura sulla “bontà” delle iniziative appoggiate, e per ora ci basta anche sapere che un nuovo modello di mecenatismo sta venendo alla luce. Vedremo gli sviluppi, al di là dell’Atlantico o nella sua traversata verso l’Europa.

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