È un evento atteso da tutta la comunità architettonica internazionale, e non solo. Ne sono la riprova gli innumerevoli articoli che compaiono sulla stampa –specialistica e generalista-, che si lanciano in previsioni e anticipazioni, o che seguono passo passo l’evolversi dei progetti. Il Serpentine Pavilion è diventato una sorta di palestra dove si esibiscono i migliori talenti, emergenti o già affermati. Un passaporto per il gotha dell’architettura globale. Basti fare i nomi di coloro che dal 2000 hanno affrontato il certame: Zaha Hadid, Daniel Libeskind, Toyo Ito, Oscar Niemeyer, MVRDV Studio, Alvaro Siza, Eduardo Souto de Moura, la maggior parte con il supporto tecnico strutturale di Arup. Il progetto è commissionato annualmente dalla londinese Serpentine gallery, per la creazione di un padiglione estivo temporaneo negli spazi dei Kensington Gardens, una costruzione che si distingua per il particolare sperimentalismo.
Il ciclo virtuoso messo in piedi dalla potente galleria inglese sembrava avere subìto un inatteso stop lo scorso anno, quando l’imponente progetto dello studio olandese MVRDV –una vera e propria montagna, uno scheletro in acciaio alto 23 metri, ricoperto d’erba artificiale, praticabile anche dai visitatori-, dopo un rinvio per problemi tecnici, era stato definitivamente accantonato. A togliere le castagne dal fuoco ci pensò Alvaro Siza, che acconsentì a progettare un padiglione alternativo in tempi brevissimi. Ora la ribalta si apre per un’altra archistar proveniente dai Paesi Bassi, il Pritzker Prize del 2000 Rem Koolhaas, visto fra l’altro in Italia alla Biennale di Venezia dello scorso anno. Il Pavilion è il primo progetto portato a compimento da Koolhaas in Gran Bretagna, ma non rimarrà di certo l’ultimo. L’architetto sta infatti lavorando alla ristrutturazione di una vasta area industriale in West London e ha già concluso un accordo con la banca Rothschild per la progettazione della nuova sede londinese.
Il progetto, il sesto della serie, che si inaugura oggi, 13 luglio, per rimanere in piedi fino a ottobre, si presenta come un baldacchino gonfiabile di forma ovoidale, che si innalza dal prato a fianco della galleria. Realizzata in materiale traslucido, la struttura –che di notte sarà illuminata internamente, con effetti molto spettacolari– potrà innalzarsi in aria oppure abbassarsi fino a coprire il basamento in muratura, al variare delle condizioni artmosferiche e delle necessità funzionali. Si ovvierà così ai problemi avuti lo scorso anno, quando la forte pioggia disturbò le inaugurazioni dei padiglioni di Siza e di de Moura. Nella struttura di base si trovano un caffè ed un anfiteatro che ospiterà parte dei programmi estivi della Serpentine, fra cui proiezioni e due interviste-maratona di 24 ore –curate dallo stesso Koolhaas e da Hans Ulrich Obrist, direttore dei progetti internazionali della galleria– con politici, architetti, filosofi, scrittori, gli artisti, registi, economisti. E in occasione della grande mostra dedicata a Thomas Demand, in corso nella galleria fino al 20 agosto, l’artista presenterà un’opera pensata appositamente per il padiglione.
Qualcuno si sarà già posto la domanda: ma che fine farà la complessa struttura dopo ottobre? La risposta arriva da un annuncio comparso sul sito property.timesonline.co.uk: sarà –anzi, è già stata– messa in vendita. L’acquirente –che si dovrà sobbarcare anche gli oneri di smontaggio e trasporto– potrà avvantaggiarsi di un pezzo davvero unico e con una griffe prestigiosa, anche se deperibile. I tecnici hanno stimato infatti in 5/6 anni la resistenza dei materiali del grande tendone. Il tutto per un prezzo non proprio da saldo: 750mila sterline (circa un milione e mezzo di euro)!
massimo mattioli
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