Davide Maria Coltro, Medium Color landscape. Courtesy Gagliardi e Domke, Torino. Ph. Chiara Ferrando
Alto tre piani e lungo 100 metri, SUPERLAB è il risultato, unico, di un progetto di recupero contemporaneo, curato da Balance Architettura, che celebra lo spirito trasformativo del quartiere Bicocca: lâedificio recupera infatti gli oltre 6.500 mq degli ex uffici Breda in viale Sarca.
Originario e creativo al contempo da un punto di vista tecnologico, SUPERLAB, che nel futuro maturerĂ a hub per aziende innovative e startup con unâidentitĂ visiva curata dallo studio di communication design Bellissimo, ha scelto di presentarsi al grande pubblico indossando abiti espositivi che mettono in luce i concetti di sostenibilitĂ , recupero, rigenerazione e innovazione.
Curata da Francesca Canfora, la mostra inaugurale, interagisce con uno spazio che eredita dalle aziende vicine come Breda, Pirelli e VetroBalsamo lâuso creativo di ferro, gomma e vetro, e si articola su tutti i piani, valorizzati da una palette colori pastello che, piano dopo piano, vira dal verde al giallo acido al rosso corallo desaturato. La sinergia degli interlocutori è forte ed è evidente. Allâintervento di Balance Architettura, basato sul rapporto con lâambiente e la sostenibilitĂ , fa eco la scelta della curatrice di un corpus di installazioni ambientali che rafforza lâidentitĂ dellâedificio come luogo multifunzionale di sperimentazione e ricerca. Tredici sono gli artisti, italiani e internazionali, protagonisti e portatori, visivamente, di un possibile ripensamento del luogo quotidiano: Arthur Duff, ConiglioViola, Daniel GonzĂĄlez, Daniele DâAcquisto, Davide Maria Coltro, Domenico Borrelli, Elizabeth Aro, Enrico Iuliano, Marzio Zorio, Paola Risoli, Roberto Caccamo, Stefano Caimi, Studio Nucleo.
Il percorso espositivo si apre sotto il segno dellâimmaginazione di Daniel GonzĂĄlez e Arthur Duff. Se GonzĂĄlez, con Personal Disco, attiva uno spazio di scambio emozionale, affidando a unâarchitettura effimera, rotante e scintillante, la possibilitĂ di attivare, con la complicitĂ del visitatore, un ritmo, Duff usa la luce per trasformare i suoi neon in veri e propri vocaboli e messaggi di una sua personale narrazione di un luogo. Entrambi scandiscono una nuova architettura dei luoghi, lâuna piĂš spensierata, lâaltra piĂš radicata nel contesto sociale. Segue il Ciclo delle Stringhe di Daniele DâAcquisto, che riconfigura SUPERLAB, quasi appropriandosene. Lâopera, Strings, concepita per essere ri-agita ogni volta che lâhabitat cambia, assume la funzione di display delineando un percorso che mette in connessione oggetti differenti organizzandoli allâinterno di un ambiente. Ampio spazio ancora al suono, procedendo per i vari piani, con Roberto Caccamo e Marzio Zorio. Caccamo usa il suono, inteso come rumore, lento e imprevedibile, per amplificare lâinterazione con lo spazio circostante e lo spettatore, Zorio invece ne recupera le proprietĂ spaziali e psicologiche per toccare la coscienza individuale. In mostra le installazioni stranianti Accondiscendenza e Comparatico, di Caccamo, sovvertono lâequilibrio domenstico; mentre Biblioteca di Zorio chiede la partecipazione del visitatore per consolidarsi come unâinvestigazione sulla scrittura: composta da barre di legno dotate di quattro nastri magnetici incisi di tracce per ogni lato, alla lettura di queste tracce corrisponde un sistema di amplificazione restituisce nello spazio i contenuti sonori. Sensibili allâinterazione dellâuomo nello spazio abitato sono anche le Memorie di Domenico Borrelli. MetĂ uomini (erratici) e metĂ pilastri (inamovibili), i centauri in resina di Borrelli imprimono visivamente una mitologica, ma non obsoleta bensĂŹ contemporanea, reinterpretazione dellâidea di edilizia.
Fil rouge, a partire dallâingresso per arrivare al rooftop garden, è lâelemento green che trova straordinaria espressione nelle opere di Elizabeth Aro, Stefano Caimi e Davide Maria Coltro. Gli Ulivi di Aro, realizzati in broccato di cotone bianco e in velluto nero e sorretti e difesi da una struttura lignea che suggerisce la necessitĂ di supporto e protezione, si confondono con le betulle esterne affermandosi nellâambiente con una presenza totemica. Non distante, la Natura Semantica di Caimi combina scansione botanica, metalli preziosi, materia organica, calcolo computazionale e suono restituendo di fatto lo sviluppo delle piante sotto forma di sonorizzazione. Caimi altera la percezione del tempo del visitatore durante la permanenza nellâambiente installativo attraverso una scansione ritmica, come Coltro si serve di un sistema digitale per proclamare una temporalitĂ transitoria. La sua opera, Medium Color Landscapes, definisce un orizzonte nuovo, alternativo e ideale, che sostituisce il panorama oltre la vetrata dellâedificio con paesaggi naturali di intatta bellezza e indeterminata identitĂ .
Ancora, in termini di spazi e tempi, lâopera di Enrico Iuliano, Tempo Irreale, interagisce con lo spazio architettonico scandendolo attraverso una ritmica crescente fatta di pieni e vuoti, di volumi e di pause che occupa completamente lâestensione longitudinale dellâopen-space componendo la frase âunâidea di sculturaâ. Si prosegue con lâopera di Paola Risoli, SITECINEMA_01, evocativa di uno scenario di abbandono da lontano ma edificante di veri e propri micromondi tutti da scoprire da vicino e dallâinterno, e con Studio Nucleo, la cui serie Boolean Furniture è una rielaborazione in logica booleana di alcuni elementi di arredo dellâappartamento in cui si riuniva lâultima generazione di Futuristi. Conclude il percorso espositivo, sul Rooftop Garden, Pirate Rabbit del collettivo ConiglioViola, protagonista de LâAttacco Pirata alla Biennale di Venezia (2007).
A pochi passi da SUPERLAB câè chi ha â letteralmente â illuminato il nuovo grattacielo concependo la luce come âla quarta dimensioneâ oltre che mezzo per migliorare lâarchitettura e la societĂ : ERCO, produttore leader a livello internazionale di illuminazione per lâarchitettura con elevatissimi standard tecnologici e sostenibili. Per lâoccasione ha ospitato al suo interno una selezione di opere di Ismaele Nones in collaborazione con la galleria Lunetta11.
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