L’intervento è stato eseguito da una équipe di restauratori dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, sotto la guida di Mario Ciatti e con la collaborazione di esperti di vari istituti, tra cui il CNR e l’Enea.
La grande Croce di Giotto è stata prelevata dalla chiesa di Santa Maria Novella nel 1987, ma il restauro è iniziato solo nel 1995.
I lavori hanno preso avvio attraverso una serie di analisi scientifiche volte a determinare lo stato di conservazione dell’opera d’arte.
Sono state effettuate delle radiografie, che hanno permesso ai restauratori di individuare le parti più delicate del dipinto e di localizzare la presenza di chiodi insufficienti a reggere il peso del legno.
Successivamente sono state realizzate delle fotografie ad infrarossi che hanno rivelato il disegno preparatorio di Giotto con le sue correzioni e i suoi cambiamenti in corso d’opera. Infine i restauratori si sono dedicati alla pulitura della pellicola pittorica: sono state consolidate quelle parti del colore che risultavano sollevate e sono state eliminate le vernici spurie applicate nei secoli, che
avevano diffusamente inscurito l’opera.
La pulitura permette ora di cogliere infiniti particolari del dipinto: le gocce di sangue sulle rocce del Golgota, ai piedi di Cristo, il teschio nella parte inferiore dell’opera, lo splendido incarnato del corpo di Gesù.
L’opera non sarà però immediatamente visibile.
Gli studiosi si devono infatti occupare ora della sua collocazione. In origine la grande croce si trovava probabilmente a metà della navata centrale di Santa Maria Novella, forse sopra un tramezzo in muratura. Questa
struttura venne eliminata da Vasari nel 1500, per adattare la struttura della chiesa ai dettami della Controriforma. Fu forse in quell’occasione che l’opera fu spostata sulla controfacciata della chiesa. Nel 1937 venne infine
collocata nella sagrestia della chiesa, da dove la prelevarono nel 1987 i restauratori dell’Opificio.
Ora si propende per una ricollocazione nella posizione originaria, ma si pongono alcuni problemi: la realizzazione dell’allestimento dovrà tenere conto del peso dell’enorme pala, ma dovrà anche essere in armonia con la struttura della chiesa. Il Crocifisso di Giotto potrà essere ammirato probabilmente solo nel 2001.
Angiola Setti
[exibart]
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