Massimo Rossetti (Roma, 1956), Solo show volume due. Immagini avvolte da una membrana opaca. Immobilità quasi vibrante, simile ad atmosfere torride solidificate nello spazio della visione. Passanti altrove, che non pensano a noi che guardiamo. I loro movimenti congelati. I loro passi come misurazione interna e scansione del ricordo. La pittura ad olio di Rossetti è polverizzata, si esprime attraverso depositi labili sulla superficie (tela o carta), e persiste come un’ossidazione. Gli elementi tratti dalla città, come le scale e i passanti, sono filtrati da alterazioni della memoria che rifondano spazi emozionali, sottratti al loro consueto svanire. I volti sono assorbiti da un tempo che è parte dei gesti compiuti, dalla fugacità della visione che indugia verso definizioni marcate. Le colorazioni sono asettiche, quasi asfittiche nel loro essere neutrali, anche se non mancano di accensioni acide. I luoghi sono reali, tangibili, ma privi di referenzialità. Le scale sono i motivi dell’intero ciclo pittorico, perdono il loro valore descrittivo; si imprimono come segni audaci sulla retina, con una precisione chirurgica che assume connotazioni simili a partiture vuote, a composizioni atone di quotidiani spostamenti. La matrice originaria è sia fotografica che filmica, ma è assunta come potenzialità fisiologica del vedere: questo risparmia alla pittura l’imitazione pedissequa del dato materiale, facendo di essa uno strumento d’indagine mentale e non epidermica. L’elaborazione della memoria è invece l’elemento generativo.
Alla personale di Rossetti, il programma espositivo della galleria accosta uno scultore, a cui riserva una vetrina che resta illuminata anche di notte: Graziano Pompili (Fiume, 1943), Camera con vista volume due. Sculture di
daniele fiacco
mostra visitata il 18 novembre 2006
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massimo rossetti: un ottimo artista sottovalutato.
graziano pompili: grazia e discrezione.
daniele fiacco:non lo conosco ma ha stoffa da vendere.