Quattro pareti bianche tracciano l’architettura minimale
di un contenitore d’arte in legno, discreto e affascinante. Il nuovo progetto
di
Enel Contemporanea sorge sulla prua dell’Isola Tiberina, con una costruzione a cielo
aperto che stuzzica la percezione dei cittadini, mostrando luci chiare e suoni
distinti.
La videoinstallazione che vi abita è firmata dall’artista
americano
Doug Aitken (Redondo Beach, California, 1968; vive a Los Angeles), che con il
film
Frontier racconta – in un susseguirsi d’immagini poetiche – l’introspettivo viaggio in
un mondo a metà fra l’onirico e il reale.
Nelle vesti di attore, il grande artista statunitense
Ed
Ruscha ben si
sposa con il contesto urbano da cui le sue opere pittoriche prendono spunto e,
quasi interpretando quel linguaggio muto che disegna nei suoi lavori,
attraversa i luoghi di Aitken accompagnato da un crescendo narrativo.
La struttura architettonica che
Enel Contemporanea ha voluto per il progetto del
2009 favorisce la capacità di Aitken di creare performance videoinstallative a
livello ambientale, e com’era stato per il MoMA nel 2007 con
Sleepwalkers, il film occupa l’intera
superficie dello spazio, dialogando con le pareti interne a 360 gradi.
Una volta all’interno di quest’abitazione scarna e priva
di copertura, lo spettatore è completamente avvolto dal peregrinare di Ruscha,
che si sussegue e si ripete parete dopo parete, coprendo i quattro metri e
mezzo della loro altezza.
I sei proiettori hd che permettono la visione si
alternano a false finestre murate, che non fanno filtrare la luce all’interno
della struttura, ma al contrario la contengono quel tanto che basta affinché si
noti dall’esterno.
Ponte Garibaldi si affaccia così su un particolare
intervento cittadino, da cui si allungano indisturbati fasci di luce in
narrazione. Ambiente urbano e ambiente artistico si fondono in un susseguirsi
d’immagini che riguardano allo stesso tempo il video proiettato e la vita reale
che scorre quotidianamente al suo esterno.
La dimensione cittadina sembra qui sopraelevarsi e il
rumore delle macchine è neutralizzato, lasciando parlare solo le immagini di
Aitken. “
Enel è una traccia di energia nel fare arte in questa città”, afferma Luca Massimo Barbero,
nuova voce del Macro, che quest’anno ha condiviso con Enel la promozione del
progetto.
E mentre il Tevere si popola di curiosi, la sede di via
Reggio Emilia passa in rassegna una mostra fotografica che ripercorre gli
interventi pubblico-artistici creati nella prima edizione: dagli
assume
vivid astro focus a
Patrik Tuttofuoco.