Rieccoli, agguerriti. Tornano i cinesi: dopo la mostra al Macro a Roma, allo Spazio Consolo di Milano, quella alla Galleria 3G di Udine e varie altre collettive e personali in giro per l’Italia lo scorso anno, anche la galleria Anna D’Ascanio -seguendo la strada ormai aperta (ed un assaggio significativo lo avevamo già avuto allo stand della galleria a Bologna)- dedica un evento ai nuovi conquistatori del mercato globale.
Dai cuccioli di T- Rex in cui spunta il ricordo di Godzilla, alle tele pop e alle immagini hippy anni ’70 di Rong Rong & Inri; ed ancora, l’incontro tra mondo antico e civiltà cinese nel discobolo in uniforme maoista di Sui Jianguo e nelle moderne Veneri vestite col tradizionale abito cinese e adagiate su piccoli divani in ceramica di Liu Jianguo.
La ricerca dei sei artisti in mostra parte dal comune terreno della Rivoluzione Culturale, vissuta come un passato ancora fortemente presente e talmente condizionante da condurre all’annullamento dell’identità: così i soggetti ritratti da Zang Xiaogang -in cui il sesso e l’età perdono il carattere distintivo- sono portati ad un’uniformità alienante. Ad una tale denuncia dolente s’accompagna l’ironia dei piccoli dinosauri di Sui Jianguo e il tocco pop di Wang Ziwei: rispettivamente alludono alle nuove frontiere del colonialismo giapponese e americano. Anche se il Donald Duck – Renaissance gold – di quest’ultimo artista manca della forza di altri suoi lavori decisamente più incisivi e provocatori, in cui Mao è ridotto ad icona pseudo warholiana e allo sbeffeggio politico s’accompagna la puntuale trascrizione della nuova ossessione cinese per l’Occidente.
Fanno poi capolino la tradizionale accuratezza orientale nell’uso dei materiali ed il gusto
Il tutto è uno spaccato del recente ed interessante prodotto made in China (come il titolo dell’opera/dinosauro), ma la mostra non sembra aggiungere molto a quanto già detto e visto a Roma l’anno scorso, quando il panorama della giovane arte cinese fu presentato in maniera piuttosto esaustiva.
Anche se, c’è da scommetterci, nuovi venti spireranno ancora dall’Oriente.
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federica la paglia
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