Categorie: roma

fino al 31.XII.2007 | Marco Fedele di Catrano | Roma, Nextdoor…

di - 9 Ottobre 2007
Spinosa la questione degli spazi. Un tema ampiamente dibattuto, sia che tratti di un luogo ideale, unicità nel mare dell’uguale a sé stesso, sia che possa darsi come concreto, presente, esistente. Marco Fedele di Catrano (Roma, 1976) abilmente mischia le carte. Gli ambienti della galleria Nextdoor si fanno complici del progetto. L’installazione che riempie l’interno della sala espositiva fuoriesce dalle pareti stesse: mura grezze, non trattate, si innalzano nella galleria e riprendono gli angoli e le direzioni della sede di North South Ovest East, precedente mostra berlinese. In quell’occasione, Di Catrano aveva sovrapposto alla pianta dell’abitazione privata della curatrice Barbara Buchmaier la pianta della propria casa. Congiungendone i punti cardinali, fa lo stesso per la galleria Nextdoor. L’opera si salda ai contesti che l’accolgono, offrendosi come “ambiente” più che semplice installazione, a partire dalla qualità di “spazio di relazione” che è interna al termine: il suo tracciare legami con ciò che le è -o le è stato- intorno.
Il primo spazio che si va a esplorare è quello più privato, la casa dell’artista, dislocato non solo materialmente, con la presenza oggettiva delle pareti, ma idealmente attraverso le fotografie-testimonianza della mostra di Berlino, punto di partenza del processo mnemonico attivato. Le foto, di grandi dimensioni, accompagnano il visitatore all’interno del cunicolo che le mura creano. Un’opera che, dalla scelta intima di mostrare i limiti o i confini della propria abitazione, esiste per proprio conto, e che tuttavia rivive in relazione agli spazi che sanno ospitarla e che contribuiscono a formarla anche con la loro memoria, in quanto luoghi architettonici. Non a caso, Perpetuum Mobile è il titolo complessivo della mostra che in sé comprende un ulteriore elemento: un video, proiettato a parete, di un pallone da basket che si muove su un piano inclinato, in moto perpetuo appunto. Lo spazio della memoria e del ricordo viene dunque spiegato dall’immagine in movimento, perché il pallone nel suo rotolare perde il colore, trasformandosi in figurina sbiadita, come il flashback in bianco e nero di molti film.
Far sì che un’opera possa vivere del luogo che l’accoglie significa far mostra degli strati di esperienza di cui essa si copre nell’essere esposta più e più volte. Nell’essere fuori, per certi versi, dai limiti di un’unica scelta, quella che la forma la prima volta; per poter vivere ancora e ancora. La scelta di mantenere nell’allestimento la polvere all’altezza del battiscopa o il materiale di base edilizio che la costituisce fa pensare proprio alla precarietà del ricordo, alla sua indefinitezza e, parallelamente, alla forza di sapersi ritrovare nei luoghi più differenti. La galleria Nextdoor, coi suoi alti soffitti, la sua presunta passata funzione di androne dell’edificio, accoglie chi vi entra e si rende tutt’uno con l’opera. Se alla questione degli spazi ci si riferiva nell’incipit, è perché in questa sede l’artista ne ha saputi realizzare diversi, ideali e materiali, nel ricordo o nel vivere presente. L’unicità si realizza nell’accettare il molteplice.

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mostra visitata il 5 ottobre 2007


dal 4 ottobre al 31 dicembre 2007
Marco Fedele di Catrano – Perpetuum Mobile
a cura di Lorenzo Benedetti
Nextdoor… ArtGalleria
Via di Montoro, 3 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: dal martedì al sabato ore 13-19; mattina su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0645425048; info@gallerianextdoor.com; www.gallerianextdoor.com

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