In tre differenti tranche l’artista sviluppa ambientazioni fatte di oggetti, immagini e decorazioni dalle fogge ineluttabilmente démodè, frammenti di un linguaggio significativo e di un tempo che ha lasciato in lui la consapevolezza autentica tanto degli eventi, quanto degli oggetti ad essi legati. E in questi spazi Favelli rivendica la proprietà dei “suoi” anni Settanta, decennio che diviene un prodotto altamente rieditabile attraverso pastelli su cartoncini neri citanti – senza distinzioni – marchi famosi dell’epoca, la prima pagina di un quotidiano che annuncia il rapimento di Aldo Moro o il mito televisivo di Sandokan.
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