In tre differenti tranche l’artista sviluppa ambientazioni fatte di oggetti, immagini e decorazioni dalle fogge ineluttabilmente démodè, frammenti di un linguaggio significativo e di un tempo che ha lasciato in lui la consapevolezza autentica tanto degli eventi, quanto degli oggetti ad essi legati. E in questi spazi Favelli rivendica la proprietà dei “suoi” anni Settanta, decennio che diviene un prodotto altamente rieditabile attraverso pastelli su cartoncini neri citanti – senza distinzioni – marchi famosi dell’epoca, la prima pagina di un quotidiano che annuncia il rapimento di Aldo Moro o il mito televisivo di Sandokan.
Allestimento inappuntabile, temi che abbracciano questioni universali, collettive e individuali: Stranieri Ovunque è un Manifesto sul valore della libertĂ e…
A margine della mostra alla Fondazione Pascali, con Giovanna Dalla Chiesa, direttrice dell'Archivio Vettor Pisani, ripercorriamo la ricerca dell'artista dell'inafferrabile,…
Appartiene alla serie dei Covoni, la stessa che nel 2019 fissava un record per l’artista a quota $ 110,7 milioni.…
La Fondazione Il Lazzaretto di Milano lancia la open call 2024 per il Premio Lydia all’Arte Contemporanea, dedicato al supporto…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identitĂ visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Dal prossimo 9 maggio, fino al 15 giugno, Carlo Zoli porta a Milano, nello spin-off di HUB/ART, “L’infinito volgere del…