Categorie: roma

fino al 7.X.2002 | Mondo | Roma, Il Ponte Contemporanea

di - 26 Settembre 2002

Born in Italy, works between Italy and the Far East: così inizia il curriculum di Mondo.
Già questo fa chiaramente intendere come misteriosa sia la sua vita, ed infatti ben poco si sa di questo artista, se ne conosce il lavoro ma la sua sfera privata è come avvolta da un alone di mistero.
Tutto ciò contribuisce a rendere ancora più affascinante il personaggio e spinge con ancor maggiore curiosità verso la sua opera.
Da molti definito come il Paul Gauguin del nuovo secolo, proprio per via dei numerosi viaggi da cui trae spunti per la sua arte, in realtà se ne discosta per il diverso sentire e quindi ritrarre usi e costumi di popoli ormai non più tanto lontani.
Se le tematiche dei due artisti, quindi, sembrano essere le stesse, diverso è il modo di elaborarle.
Mentre nelle scene tahitiane di Gauguin la forza della bellezza indigena è temperata dalla delicata e calma sensualità, l’universo erotico di Mondo è molto più violento, abitato da donne dalla sessualità (più che sensualità) sfrontata e cruda. Sono femmine dal trucco pesante sulle labbra, sono corpi attorcigliati in un insieme di carni e lacci che ricordano il sesso estremo di certe immagini di Araki, così come i visi dagli sguardi fissi, sulle piccole tele in sequenza come istantanee fotografiche. Sono gambe, esseri senza volto, coperti da solo un lenzuolo e da un’enorme bocca carnosa sul pube: solo sesso, senza identità, prive di personalità, giocattoli da chiudere in un armadio.
In primo piano è il sesso mercificato, nell’immagine esplicita di un uomo che offre denaro e nel ritratto di una bambina dagli occhi neri e profondi da cui traspare tutto il dolore e la disperazione inespressa altrimenti.
L’eros rappresentato da Mondo non è mai gioioso né leggero, ma duro, quasi morboso. Le sue sono le storie di quella schiavitù di cui ci raccontano quotidianamente i mass media, temi che colpiscono immediatamente il visitatore e riconducono ai racconti di bordelli…

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Mondo
Il Ponte Contemporanea, via di Montoro 10, 0668801351, lun_sab 12-19


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  • Cara Daniela, sono d’accordo con te sul fatto che non si possa parlare di sensualità riguardo l’universo femminile di Mondo. Ribadisco(più volte l’ho affermato)come quella ritratta dall'artista sia una “sessualità sfrontata e cruda (più che sensualità)”. .

    Per quanto concerne, poi, l’accostamento Gauguin – Mondo, direi che la loro esperienza di viaggiatori decisamente li accomuna ed in tal senso non posso contraddire chi ha voluto definire Mondo il Gauguin del nuovo secolo. Per il resto, mi sembra sia chiaro da quanto scritto, come, a mio giudizio, i due artisti siano distanti.

  • Mi fa piacere che Daniela abbia sottolineato l'aspetto dell'accoglienza nelle gallerie. Lavorando su questi non trascurabili dettagli si offre senza dubbio un servizio di maggior qualità, attirando e suscitando interesse, avvicinando nuovi potenziali collezionisti. Il tempo delle gallerie tipo club privati per pochi amici collezionisti "in" dev'essere definitivamente archiviato, specie da parte delle gallerie che promuovono l'arte dei giovani. Tra l'altro Daniela è stata fin troppo buona: di fatto sono molte le gallerie gestite da "fantasmi", purtroppo per noi fruitori, per i giovani artisti e perfino per la categoria dei galleristi che ha un ruolo fondamentale nel campo della promozione, che piaccia o no. E siccome generalizzare non è mai giusto, è bello che circoli informazione anche su questi aspetti.

  • Accostare Mondo con Gauguin è veramente troppo. Se poi l'accostamento è dettato dal fatto che Mondo ritrae volti orientali, ancora di più è una forzatura. Più che sensualità ho trovato le opere di un marcato e provocatorio inutile erotismo. La Galleria "Il Ponte" forse contribuisce anche ad avere questa spiacevole sensazione perché, al contrario delle altre gallerie, non tiene assolutamente ad accogliere il visitatore: si suona e un "fantasma" apre la porta, tutto nel completo silenzio e nell'assoluta indifferenza.

  • Ho letto i commenti ma io credo che la vera arte non ha confini ne ideologie perché deriva dal profondo dell'anima. Bisogna rispettare l'essere umano nella sua totalità.

  • Cara Mariarosaria, i commenti non intendono assolutamente mancare di rispetto alla persona, in questo caso all'artista, ma semplicemente esprimere "il proprio punto di vista" nei confronti di un'opera (in fondo non è questo a cui ogni artista si sottopone?): rispettare non significa accettare in maniera totale e rassegnata tutto quello che un artista propone, perché continuo a sostenere che non tutto è arte e non tutto deve essere accettato come arte.

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