La mostra dedicata a
Fabrizio De
Andrè (Genova, 1940 –
Milano, 1999) occupa l’intero stabile del Man. Un racconto per suoni e immagini
della vita e dell’opera del cantautore che fra i suoi temi scelse Genova,
l’amore, le donne, gli ultimi, l’anarchia, la libertà, la morte, la guerra. Per
De Andrè, in sintesi, le canzoni servono a formare una coscienza e scrivere
canzoni è una responsabilità sociale.
L’esposizione biografica e documentaria
raccoglie fotografie, oggetti, manoscritti, libri annotati, dischi, matrici
fonografiche, locandine, strumenti musicali ed elementi scenografici. Lo
spettacolare allestimento multimediale e interattivo, realizzato da
Studio
Azzurro, porta a
rivivere a livello sensoriale il mondo creativo e la personalità di De Andrè,
affascinando ancora.
Nella piccola sala cinematografica al
pianterreno sono proiettati video Rai in versione integrale e inediti, mentre
nella tromba delle scale – a far dialogare tra loro i piani del Man – un
rotolo-stendardo con
Il testamento di Tito. Al primo piano è invece il tema della
vita con le testimonianze autografe e i primi testi delle canzoni. Le
fotografie di Fabrizio su lastre di plexiglas, inserite in un banco ottico
interattivo su cavalletto di legno, vengono proiettate a parete.
Al secondo piano, un castello di
tarocchi usati per la scenografia di un concerto introducono a un
trittico-video ove sono proiettati i vari personaggi delle canzoni, che
diventano essi stessi figure dei tarocchi, rimandando ai personaggi del
Castello
dei destini incrociati di Calvino: Piero, soldato-burattino, Marinella, ballerina in un carillon,
Andrea, viaggiatore, e ancora Geordie, Nancy… Sono gli ultimi, i fiori che
sbocciano dal letame, dice De Andrè:
“Ieri cantavo i vinti, mentre oggi
canto i futuri vincitori: quelli che coltivano la propria diversità con dignità
e coraggio”.
Infine, il tarocco del visitatore,
lavagna interattiva su cui si possono scegliere i brani, ascoltarne l’audio con
le cuffie e interagire sullo schermo, scegliendo e assemblando immagini e video
per creare un proprio tarocco da spedire via email. Tutte le immagini create
dai visitatori sono infine raccolte in un album-palinsesto.
Nelle sale della musica, i dischi del
cantautore possono esser scelti e appoggiati su tavoli sensibili che, attivati,
rivelano la loro memoria con video-interviste. In queste stanze sono anche esposte
foto, matrici originali dei dischi e il testo manoscritto della
Ballata del
Miché, prima canzone
scritta nel luglio 1960.
Al terzo piano accoglie il visitatore
il pianoforte
Liebling usato da De Andrè, che compare in molte foto giovanili a Villa
Paradiso. Alle pareti sono riprodotti i testi, le bozze, gli appunti autografi
delle canzoni. Nella grande sala adiacente, un’installazione multimediale
composta da megaschermi trasparenti con sistema touchscreen trasmette i testi,
le immagini, le interviste e le canzoni.