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fino al 15.IX.2001 | Pianeti – the age of wonder | Siena, Palazzo delle Papesse e altre sedi

di - 31 Agosto 2001

Ci voleva! In mesi in cui un candidato sindaco si permette di fare una campagna elettorale puntando sulla chiusura del Palazzo delle Papesse, in periodi di astio e di incomprensioni di una città verso il suo centro d’arte contemporanea, in tempi di prospettive non più così sicure per il Palazzo, ci voleva una mostra come questa.
Per porre in essere un evento politico, critico, polemico, rabbioso come ‘Pianeti’ era necessario il vigore e l’energia delle tre punte di diamante dell’arte senese: Francesco Carone, Filippo Frosini, Christian Posani.
Il ciclo Pianeti – uno dei tanti viaggi espositivi che le Papesse propone da tre anni – aveva fatto la sua prima apparizione nel 1998 quando per un’intera settimana una stanza del palazzo venne consegnata ad un artista per ungiorno. Il risultato fu una serie continua di vernissage quotidiani che avvicinarono all’allora neonato centro d’arte anche il pubblico meno avvezzo al contemporaneo. L’esperienza si consluse con una mostra collettiva.
Oggi la seconda puntata di ‘Pianeti’ s’inserisce all’interno dell’iniziativa ‘La Città Aromatica’, kermesse concertistico-culturale senese di questa estate.
Poetica e sociale l’operazione Filippo Frosini: un cuore sofferto ma aperto e leale, dal livido impatto cromatico ha invaso, stampato su simil-manifesti pubblicitari, tutta la città. Un invito alla comprensione, un moto di avvicinamento, uno stimolo alla sensibilità ed alla tensione intellettuale che deve avere chi vuole avvicinarsi ai linguaggi dell’arte.
Polemica la scultura di Christian Posani: un totem in candida muratura si rivela una camera ottica che, accanto ai versi di una struggente poesia, restituisce la sensuale immagine di una rosa custodita al suo interno. Lo scrigno bianco si trova nel Prato di Sant’Agostino, il ‘luogo del delitto’ dell’arte contemporanea senese, il punto in cui il conflitto tra la città e le arti plastiche divenne più acuto quando tutti insorsero contro l’ormai celebre ‘Pera di Cragg’ , scultura del famoso scultore inglese Tony Cragg poi spostata da Sant’Agostino in un defilato giardino poco distante. La torretta luminescente di Posani è oggi elemento dispettoso, anomalo, straniante, è elemento immobile in una delle poche piazze della città dove il movimento di automezzi (c’è un piccolo parcheggio ed un altrettanto piccolo capolinea di bus) è invece insolitamente eccessivo.
Beffardo il lavoro di Francesco Carone: i duemila centrimetri di un immenso metro da sarta pendono dalla sommità del Palazzo delle Papesse come a voler prendere le misure allo spesso ingestibile mondo dell’arte contemporanea ed alle sue istituzioni. Il materiale è il PVC, lo stesso in cui i veri metri da sarta sono prodotti; lo spaesamento dovuto alla vista di un oggetto così familiare collocato in un contesto anomalo e con dimensioni paradossali è acuito dal sistema di misurazione del metro che, in luogo dei classici centimetri, presenta improbabili formule algebriche, segni incomprensibili, numeri in libertà.
Operazione semiotica quella di Carone che, ponendo lo spettatore di fronte all’impossibilità di decifrare anche un oggetto così ‘pop’, sottolinea il disagio del ricevente cui arriva un messaggio d’impossibile decodificazione. Il povero ‘utente’ di Francesco Carone si trova dunque, senza scelta, nella costatazione della sua ignoranza al cospetto di un testo a lui oscuro.

Provocano, stuzzicano, fanno dispetti, mettono a disagio ma recitano languide poesie e ci mostrano il loro cuore. I giovani artisti senesi hanno capito che la loro città negli ultimi tre anni è tornata ad essere un centro di produzione culturale di livello mondiale (come dalle ultime dichirazioni di Achille Bonito Oliva). Quando questa presa di coscienza pervaderà anche tutti i cittadini la scintillante Siena che fu di Duccio, di Simone e dei Lorenzetti diverrà la spavalda Siena di Frosini, Posani e Carone.

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massimiliano tonelli
vista il 29 agosto 2001


’Pianeti – the age of wonder’, Palazzo delle Papesse, via di città 126, 12/19, le installazioni di Christian Posani e Filippo Frosini sono all’aperto visibili 24/24, il lavoro di Posani è ‘acceso’ solo grazie all’illuminazione solare, www.papesse.org

[exibart]

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  • Si ci voleva una mostra come questa, originale,poetica e sociale,polemica, beffarda, semiotica.
    Ai giovani artisti senesi complimenti.
    Bello l'articolo di Massimiliano Tonelli.

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