Nucleo centrale è la video installazione “Power/Pleasure/Desire/Disgust”, già presentata al MOCA di Los Angeles e al Whitney di New York, ambientata in questa occasione in due distinte sale del museo. Appari come noi, Ama come noi, Temi come noi, Pensa come noi, Prega come noi, Vinci come noi, Perdi come noi, Ridi come noi, Piangi come noi, Vivi come noi, Ridi come noi: pareti e pavimento della prima stanza sono interamente attraversati dalla proiezione sincronizzata di slogan, recitati nella sala successiva da un uomo e una donna, i cui volti occupano l’intero spazio di due pareti
Alla dialettica io-tu dei lavori degli anni settanta e ottanta, Kruger sostituisce ora il noi, alle categorie oppositive uomo-donna sostituisce le logiche del consumo.
La natura poetico-politica del suo lavoro si coglie ancora nella scelta di tradurre le opere nella lingua del luogo che le ospita, si tinge di ironia nell’aggiungere ai suoi rossi e bianchi tipografici il verde nella serie di quattro poster “Non abbastanza inutile ”, quasi uno specific-site, realizzato nella settimana precedente all’apertura della mostra. Creando una sorta di Wunderkammer mediatica, attraverso i tre piani del Palazzo delle Papesse, Kruger sorprende lo spettatore con un allestimento asimmetrico, che tuttavia va vantaggio della lettura delle opere e degli spazi stessi.
Studio Azzurro ha scelto di mantenere le caratteristiche architettoniche del Caveau, lasciando lo spettatore sulla soglia della stanza blindata. L’opera è quadro, incastrato tra due pareti, verticale e parallelo allo sguardo, ma quadro sensibile, attivato dal passaggio dell’osservatore e verso lo spettatore teso in una ipotetica sovversione dei limiti tra dentro e fuori.
All’artista tedesca Leni Hofmann è stato invece affidato l’allestimento di un ouvre-bookshop: luci, interventi plastici, disposizione dei testi e degli arredamenti. Nuovi, infine, anche gli spazi virtuali, con nuovi contenuti e design del sito internet.
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cecilia canziani
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