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A Catanzaro la Street Art va Altrove. Il festival riscopre la città e guarda al futuro

di - 22 Luglio 2017
Da un certo punto di vista, il festival ALTROVE, tornato anche quest’anno dal 20 al 22 luglio, a Catanzaro, deve ancora crescere ma l’apporto degli interventi di street art di questa IV edizione, concentrati tutti nel centro storico, sta un po’cambiando il suo significato iniziale. Il festival – con un lavoro di squadra che ha coinvolto diversi artisti del panorama nazionale e internazionale, da Gola Hundun a Giorgio Bartocci, da Nelio a 2501, da Alberonero a 108, e con uno staff sempre più allargato della Galleria Altrove, ubicata, a conferma della sua rilevanza, a Palazzo Fazzari, in uno dei più bei palazzi ottocenteschi – apre ulteriori spunti per un dibattito su questa realtà artistica del tutto in fieri. Anche se raramente i lavori hanno toccato la stessa qualità dell’istallazione di Gonzalo Borondo, un’opera pittorica su vetro dall’alto del Complesso del San Giovanni, buona è stata la risposta dei cittadini che lentamente iniziano a interagire con questo fenomeno, che di volta in volta sta cambiando il volto della loro città.
Nonostante il dubbio sollevato sul valore estetico non sempre altissimo degli interventi, l’iniziativa ha molti punti a favore e qualche pregio, tra cui quello di avvicinare ulteriormente il capoluogo calabrese alle istanze e alla sensibilità dell’arte contemporanea e anche quello di promuovere un ritorno ai luoghi di origine. Un caso, questo, in assoluta controtendenza rispetto ai numeri che vedono il Sud sempre più spopolato, visto che Vincenzo Costantino ed Edoardo Suraci, i due curatori, dopo una lunga esperienza culturale acquisita fuori sede sono voluti tornare a vivere in Calabria. Ma i lati positivi del festival non sono pochi e molti sono legati alla riscoperta – quando non vera scoperta – e valorizzazione del capoluogo calabrese. Ta gli spazi riqualificati c’è la Galleria Mancuso, luogo-non luogo che stava smarrendo il suo significato di polo culturale e commerciale attivo, per essere declassato a semplice via di passaggio. Tra le operazioni di arredo urbano più riuscite, sono da segnalare quella a Largo Prigioni, in uno degli angoli più belli di Catanzaro, a opera del francese 3ttman, che ha eseguito con la tecnica del cemento inciso una sorta di omaggio ironico alla storia del castello normanno quando era usato come carcere.
È segno dei tempi, che stanno via via diventando sempre più maturi per questa giovane realtà artistica, anche la ventata di vivacità che si respira tra questi colli – tre di preciso, e tutti presenti nell’emblema cittadino insieme all’aquila – e che ha prodotto un’attenzione nuova, volta al restauro del murale di Mimmo Rotella. Il lavoro dell’artista catanzarese, precedente al décollage con cui si identifica e per cui è diventato celebre, si trova nel luogo dove ora sorge la sede delle Poste Italiane, collocate lì grazie a un disastroso piano regolatore che ha visto abbattere un altro palazzo storico. Ma è storia anche questa. E anche le ferite della città, le devastazioni o l’incuria, sono segnali di una lacuna culturale che ormai si vuole e che si sta del tutto estinguendo anche grazie a progetti collaudati come questi che, per inciso, prevedono il supporto di una guida alla scoperta non solo degli interventi di arte urbana ma soprattutto dei monumenti e dei luoghi notevoli che hanno segnato la storia di Catanzaro nei secoli. Fin dalla sua origine bizantina, ancora largamente comprensibile dall’impianto urbanistico di stradine e vicoli stretti, per arrivare ai tempi della lavorazione della seta e del damasco. E non è un caso se proprio sulla via della seta come tessuto e materiale, il festival abbia preso le mosse per stringere un legame tra gli interventi e la città. Uno dei luoghi storici coinvolti infatti è il quartiere Filanda, per la seta che un tempo lì si produceva. Queste e altre operazioni, come al quartiere Bellavista, o come il progetto inclusivo dell’artista ed educatore Alfano, creano connessioni tra artisti off e luoghi “in” del territorio, e confermano quanto la kermesse annuale sia ispirata da un forte legame con la propria terra. Ma poiché non manca un punto di vista più internazionale, nei suoi quattro anni di vita, Altrove si è distinto per la sua continua ricerca di inediti linguaggi da sperimentare, come la musica. Motivi questi che permetteranno al progetto di crescere ancora e che daranno la possibilità di muoversi “oltre” quelli che ancora sono considerati gli steccati della street art. (Anna de Fazio Siciliano)

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