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Biglietto scontato all’Egizio di Torino per chi parla arabo. Ed è lite tra Giorgia Meloni e Christian Greco

di - 10 Febbraio 2018
Doveva essere una tappa della campagna elettorale e invece si è trasformata in una piccola Waterloo, almeno a giudicare dalle poche parole che Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, è riuscita a biascicare, di fronte all’evidenza dei fatti come palesata da Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. La causa del contendere, questa volta, è stata “Fortunato chi parla Arabo”, iniziativa del Museo torinese che prevede uno speciale sconto sul biglietto di ingresso per persone di lingua araba. L’iniziativa non è nuova ma il periodo è quello giusto, le elezioni del 4 marzo si avvicinano e tanto basta per gridare al razzismo contro gli italiani e allora via alla solita strumentalizzazione, con tanto di sit-in davanti alla sede dell’ottavo sito più visitato in Italia, per protestare contro questa forma di discriminazione crudelmente perpetrata verso chi non parla arabo. Perché l’unica cosa che conta, secondo la linea politica che si sta pericolosamente affermando dalle nostre parti, è seminare odio, non è importante verso chi, basta che ci sia, come movente di coesione. E quindi no all’islamizzazione, scandisce a gran voce la Meloni, qualunque cosa possa significare.
Greco, sceso in strada per spiegare pacatamente le ragioni dell’iniziativa, le ha provate tutte per far ragionare l’aspirante leader. Dopo aver elencato, con molta pazienza, tutti i risultati positivi raggiunti dal museo, tra i siti più visitati in Italia e in Europa, citato dalle maggiori testate internazionali come una eccellenza, si passa all’evidenza logica: ‹‹State montando un caso politico, noi siamo aperti a tutti e vogliamo favorire l’inclusione e la diffusione della cultura. Quella per le persone in lingua araba è solo una delle tante iniziative, che tra l’altro dura tre mesi. Stiamo per lanciarne una per gli studenti, forse direte che discriminiamo i quarantenni?››. Difficile da negare anche per la Meloni che, infatti, ormai in stato di totale confusione, come una studentessa colta impreparata dal professore, risponde reclamando un generico diritto a non essere d’accordo.
E così, sommessamente, cala il sipario sull’ennesimo scempio alla ragione. Quello sì, tutto italiano. E dire che la Meloni è anche diplomata al liceo linguistico.

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