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Che fanno gli architetti svizzeri? Disegnano case per la 16ma Biennale di Architettura di Venezia

di - 1 Luglio 2017
La Fondazione Pro Helvetia ha annunciato i nomi del team curatoriale che sarà impegnato per l’allestimento del padiglione svizzero alla 16ma Biennale di Architettura di Venezia. Si tratta di Alessandro Bosshard, Li Tavor e Matthew van der Ploeg, scelti all’unanimità dalla giuria, in seguito a un concorso. Tra gli 81 progetti presentati, a convincere Marco Bakker, Francesco Buzzi, Irina Davidovici, Céline Guibat e Isa Stürm, è stato Svizzera 240, «per la precisione, la forza e la freschezza della proposta», incentrata su un argomento particolarmente sensibile per l’architettura elvetica: le case. «È quello che facciamo ed è quello che fanno sempre gli architetti svizzeri, e dappertutto. Disegnano alloggi», si legge nell’introduzione del progetto e infatti il numero è il riferimento ai 240 centimetri che segnano l’altezza standard degli ambienti adibiti ad abitazione. E secondo i tre architetti, che collaborano al Federal Institute of Technology di Zurigo, questa misura strutturale può rappresentare un modulo teorico e storico, entro il quale esaminare il rapporto dell’individuo con la società e la sua epoca. Così, il Padiglione progettato da Bruno Giacometti nel 1952, sarà trasformato da una successione serrata di appartamenti, una sequenza ritmata da interni sezionati e spazi catalogati, per una enciclopedia delle sensazioni legate all’edilizia residenziale contemporanea. Gli 81 progetti, nonché i rapporti della giuria, sono disponibili in consultazione qui.

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