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Compleanno russo per Manifesta. Sarà l’Hermitage di San Pietroburgo ad ospitare la decima edizione della rassegna, nel 2014

di - 27 Febbraio 2013
Un incontro per celebrare anniversari comuni e differenti relazioni storiche. Stiamo parlando di un appuntamento che si prefigura già come il best del 2014, quando Manifesta, la Biennale itinerante che l’anno prossimo compirà vent’anni, sarà ospitata dall’Hermitage di San Pietroburgo.
Il Museo russo è stato scelto dal Consiglio della Fondazione Manifesta per la profonda relazione intellettuale e storica che pone la città come ponte tra l’Europa occidentale e il blocco orientale: un principio che unisce anche quello che da sempre è il tema centrale di Manifesta, unica e vera biennale d’arte contemporanea europea. Manifesta 10 dunque dirotterà le sue prospettive e i suoi punti di vista in relazione al rapporto di San Pietroburgo con l’Occidente, passando in qualche modo dal carbone (l’edizione dello scorso 2012 era stata all’interno della ex-miniera belga di Genk), ai fasti di uno dei musei più emblematici del mondo.
Ma veniamo alle contingenze di anniversario: la Biennale Europea di arte contemporanea è stata inaugurata proprio in risposta a  quella che era la nuova realtà sociale, culturale e politica emersa in seguito alla Guerra Fredda, un tema che si rifletterà anche nella costituzione critica della manifestazione, che analizzerà i cambiamenti di questi ultimi 25 anni. Il secondo motivo per la destinazione all’Hermitage è il compleanno del museo russo: fondato nel 1764 dall’imperatrice Caterina come luogo per la sua collezione, e aperto al pubblico dal 1852, il museo celebrerà tra qualche mese i suoi 250 anni di esistenza.
Hedwig Fijen, Direttore della Fondazione Manifesta, ha dichiarato: «San Pietroburgo ha storicamente colmato il divario tra Est e Ovest dell’Europa per più di 300 anni e da questo punto di vista la collaborazione tra Manifesta e l’Hermitage è una grande sperimentazione. Questa partnership della Biennale, con la sua natura itinerante, la sua metodologia curatoriale innovativa e le sue pratiche sperimentali, nel 2014 ibridate con un influente e storico museo come l’Hermitage, è un’esperienza senza precedenti e sono sicuro che si tradurrà in una grande mostra».
Ma anche Mikhail Piotrovsky, Direttore Generale del grande museo, ha commentato: «Con l’arrivo di Manifesta, l’Hermitage metterà in evidenza le sue tradizioni: dalle radici della collezione di Caterina La Grande e la sua passione per l’arte contemporanea, al ruolo che le collezioni del museo e le mostre hanno sempre svolto nella vita artistica di Russia. Manifesta 10 sarà metafora di un Hermitage nel contesto moderno». Viktor Misiano, Presidente della Fondazione di Manifesta e critico d’arte, ha invece ragionato sul punto più interessante: lo spingersi della manifestazione nell’avamposto più estremo del mondo occidentale, in un’edizione che sarà una vera e propria sfida sia al contemporaneo che alla gloriosa epoca zarista. E poi, dopo vent’anni di pellegrinaggi, Manifesta è ormai una “signora”, anche se nomade, e necessita di una location adatta per dimostrare, e riflettere, sulla sua sempre più interessante posizione nelle rassegne dell’arte del mondo.
Resta un po’ di amarezza per Bari e la Puglia, candidate ad ospitare la decima edizione dalla kermesse all’interno del progetto BAC -Bari Arte Contemporaea-, che avrebbe riportato Manifesta su suolo italico a pochi anni dall’edizione trentina, svoltasi nel 2008. Il curatore capo, invece, sarà annunciato tra qualche giorno.

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  • Che tristezza vedere che un evento culturale della comunità europea accetti di dare visibilità ad un paese che limita le libertà civili, per lo più proprio in ambito creativo, quello che dovrebbe essere manifesto di libertà.

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