Ricordate quel momento in cui avete detto basta al logorio della vita moderna? In pochi secondi si è concretizzata la possibilità di una vita lontana dai ritmi e dai vincoli della città, dalla cappa di smog, dalla valanga di email, dagli appuntamenti incastrati al minuto. Soddisfatti, avete prenotato una sistemazione a Oodaaq, un banco di ghiaia di 15 metri nella punta estrema della Groenlandia settentrionale e, dopo aver spento il computer, state pensando a un messaggio da lasciare su WhatsApp, per avvisare parenti e amici stretti. Poi la sveglia del cellulare vi ha ricordato l’aperitivo delle 19. Sappiamo tutti com’è andata a finire ma questa volta potete riprovarci, senza arrivare a soluzioni così radicali. Perché Eremi Arte, manifestazione promossa dall’Accademie di Belle Arti de L’Aquila e a cura di Maurizio Coccia, Marco Cianciotta, Enzo De Leonibus, Silvano Manganaro, propone, dal 15 luglio, un percorso tra natura, arte e spiritualità, lungo sentieri cresciuti intorno a colline e vallate scandite da grotte e abbazie, complesse opere architettoniche oppure ripari frugali risalenti ai primi anni del cristianesimo, quando ortodossia ed eresia disquisivano sulle sfumature di significato di certi termini e l’ascetismo era uno stile di vita facilitato dall’assenza dei caricabatteria. E a rendere ancora più gradevole l’esperienza, le suggestioni dell’arte contemporanea, con Mario Airò, Vaughn Bell, Bianco Valente, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, France Jobin, Moira Ricci, Lino Capra Vaccina, Capucine Vever e Guido Van Der Werve, che hanno interpretato le storie e le sensazioni di S. Giovanni all’Orfento, San Giovanni di Bisegna, Madonna del Cauto, Grotta Sant’Angelo, Bartolomeo in Legio, Grotta di San Domenico, San Martino in Valle, Madonna dell’Altare di Palena e l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, fondata da Celestino V, il Papa che “fece per viltade il gran rifiuto” e si ritirò in romitaggio.
«Attraverso le pratiche artistiche è possibile dare vita a una rete di suggestioni e stimoli capaci di suscitare nei partecipanti al progetto e nei visitatori la rilettura del messaggio spirituale di questi Eremi, più o meno remoti», ha dichiarato Marco Brandizzi, Direttore dell’Accademia de L’Aquila e ideatore di Eremi Arte. E per questa seconda edizione non poteva mancare il riferimento a Joseph Beuys, che proprio in queste terre lavorò per lunghi periodi, tra la fine degli anni ’70 e fino alla scomparsa, avvenuta nel 1986, arrivando, probabilmente, agli esiti più profondi della sua poetica di intma commistione tra l’opera dell’arte e della natura. “Don’t forget Joseph Beuys Operazione: Difesa della Natura”, mostra a cura di Giorgio D’Orazio, ripercorre il rapporto che l’artista sciamano strinse con il territorio abruzzese, con opere e una ricca sezione di documentazione. E non è finita qui, perché nel programma è prevista anche una giornata di studi sul tema dell’eremitaggio nella contemporaneità, con un simposio interdisciplinare tra filosofi, teologi, architetti, artisti. Magari questa volta vi convincono sul serio.