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La città del marmo omaggia Michelangelo. A Carrara, via libera per lavori del nuovo museo

di - 9 Novembre 2017
È inevitabile associare al marmo altri due termini: Carrara, universalmente noto come luogo eponimo del pregiato materiale, e Michelangelo, il maestro del Rinascimento, considerato, ai suoi tempi, l’artista più eccelso al quale le famiglie più ricche e potenti potevano pensare di commissionare un’opera.
Ed è naturale che, tra i tre, tra l’artista, il luogo e la roccia, si intrecciasse una frequentazione tanto intensa quanto utilitaristica, al punto che il genio del David e della Pietà – quest’ultima realizzata in marmo carrarese – affittò lì una casa, in piazza del Duomo, per portare avanti gli affari relativi all’acquisto della materia prima, selezionata, in particolare, dal bacino estrattivo di Torano, come confermato da alcuni contratti ancora conservati. Oggi, la città celebra ufficialmente quella storia, con l’allestimento dei nuovi spazi museali che ospiteranno l’esposizione permanente “Michelangelo e il marmo”.
La Giunta Comunale ha infatti dato il via libera all’allestimento della mostra-museo permanente, organizzata dall’Associazione Culturale Metamorfosi, già aggiudicataria dell’appalto di fornitura nel 2012, in quanto gestore in esclusiva dei beni della collezione di Casa Buonarroti, sia per l’organizzazione di mostre che per la riproduzione di immagini. Il museo sarà ospitato a Villa Fabbricotti, costruita nel 1879 per Bernardo Fabbricotti, industriale del marmo, su progetto di Vincenzo Micheli, architetto di origini carraresi residente a Firenze, dove dirigeva l’Accademia di Belle Arti. La prima redazione del piano museologico risale a sei anni fa ma nel frattempo i curatori, Emanuela Ferretti e Davide Turrini, hanno adattato il progetto: «Altri elementi sono emersi sui rapporti di Michelangelo alla fine del ‘400 con la corte pontificia, come sulla ubicazione della sua bottega al tempo della commissione della tomba di Giulio II, a partire dal 1506. Nuovi studi e nuove esperienze espositive che ci hanno convinto dell’opportunità di aggiornare il progetto, con una revisione parziale della prima redazione e con l’apertura di una significativa finestra sul rapporto che la cultura artistica del Novecento ha instaurato con la lezione michelangiolesca». Il percorso espositivo previsto nel 2011 era essenzialmente tematico, didattico, scandito in nuclei cronologici, mentre il nuovo concept mette in primo piano la relazione tra l’artista, il materiale e il luogo.
«La Mostra Museo permanente dedicata a Michelangelo, racconta l’artista e il suo genio creativo che lo ha sempre visto approcciare alla produzione con un occhio esclusivo alla scultura, sia che si trattasse di pittura, scultura o architettura: lo dimostrano, tra l’altro, i nudi del Tondo Doni, le sue lettere e la letteratura che lo riguarda fin dalla disputa sulla scultura di Benedetto Varchi dove egli stesso dichiarava “io dico che la pittura mi pare più tenuta buona, quanto più va verso il rilievo, et il rilievo più tenuto cattivo, quanto più va verso la pittura”», ha spiegato Federica Forti, Assessore alla Cultura del Comune di Carrara.
E la storia continua fino al contemporaneo, perché le sale 4 e 5 proporranno un focus sugli aspetti più significativi dell’eredità michelangiolesca, che è poi l’estetica del saper fare, la combinazione bilanciata di intuito, ingegno, tecnica e strumento. A chiudere il percorso, infatti, la Pietà di Jan Fabre, «Come tanti altri grandi artisti contemporanei, Fabre ha trovato a Carrara due strumenti: la mano e il robot che non sono mai complementari, soprattutto per le sculture figurative. Perché è sull’insostituibilità della mano che si fonda il nostro futuro», ha concluso Forti.

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