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L’estate di Lorenzo Giusti. Alcune risposte a caldo del neodirettore della GAMEC di Bergamo

di - 5 Luglio 2017
Da Nuoro a Bergamo, dal MAN alla GAMeC, passando per la Triennale di Milano, dove curerà la mostra dedicata a Fausto Melotti, insieme all’artista georgiana Thea Djordjadze. Per Lorenzo Giusti, l’estate è iniziata a ritmi serratissimi e senza un attimo di respiro, con tanto di viaggio in nave abbastanza turbolento e, soprattutto, con l’eredità di Giacinto Di Pietrantonio, il cui sodalizio con il museo bergamasco durava da 17 anni. Un carico di esperienze e relazioni avviate, da gestire e mettere a frutto, per immaginare le migliori soluzioni per il prossimo triennio. Che si prospetta ricco di possibilità e di nuove sfide, contando anche il cambio di sede, che vedrà il museo inaugurato nel 1991 spostarsi dagli spazi di via San Tomaso, mentre è già stato annunciato il prossimo progetto espositivo, con protagonista Jan Fabre. Ne abbiamo parlato, a caldo, con il neo direttore.
Te lo aspettavi?
«Ho sempre guardato con interesse all’attività della GAMeC, che ha svolto un lavoro importante nel corso degli anni, mediando tra le diverse esigenze del museo e portando avanti una ricerca aggiornata soprattutto nell’ambito del contemporaneo.»
Che effetto ti fa l’idea di passare dalla Sardegna a Bergamo?
«La Sardegna è una terra meravigliosa con cui ho stretto un legame molto forte. Continuerò a frequentarla con la maggiore assiduità possibile. Bergamo è una città bella e operosa, con un collezionismo evoluto e un felice rapporto tra pubblico e privato che la rendono estremamente interessante ai miei occhi.»
Ci puoi raccontare i motivi per cui è stata accolta la tua candidatura?
«Bisognerebbe chiederlo alla commissione e al consiglio. Penso che il mio profilo e la mia esperienza recente al MAN siano state ritenute adatte per la GAMeC. Il progetto puntava su un rinnovamento delle pratiche operative e dei linguaggi nel rispetto del profilo dell’Istituzione.»
Hai già qualche idea con cui cominciare, per questo nuovo percorso?
«Ho diverse idee, ma intanto nel 2018 ci sarà da portare avanti l’attività impostata da Giacinto Di Pietrantonio, com’è normale che sia per un museo che opera secondo principi di programmazione pluriennale. So di poter contare su uno staff preparato, attento e disponibile.»

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