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Museo Marino Marini: per il 2017 un nuovo trend all’insegna del rinnovamento. Con meno contemporaneo

di - 14 Dicembre 2016
Patrizia Asproni, da qualche mese presidente del museo Marino Marini di Firenze, ha presentato il nuovo corso dell’istituzione accompagnata anche da un cambio di prospettiva. Tra le priorità c’è la restituzione del museo alla città dopo anni in cui l’orientamento è stato prevalentemente volto all’arte contemporanea che ha interessato quasi esclusivamente gli addetti ai lavori. Dal 15 dicembre, per un mese l’ingresso sarà gratuito per tutti: un modo per cercare di riavvicinare i fiorentini al museo e sollecitarli a riappropriarsi di certi spazi.
Oggi l’idea è di recuperare la stratificazione di epoche differenti leggibili anche nell’edificio che, nato come chiesa trecentesca, ospita la cappella Rucellai, capolavoro rinascimentale di Leon Battista Alberti, ricostruita nel Settecento, è stato ristrutturata negli anni Ottanta. Un piccolo museo, incastonato nel centro storico di Firenze; un museo a “dimensione umana”; un museo slow, fuori dai circuiti dei grandi flussi turistici, forse più conosciuto all’estero che in Italia.
Per operare questo cambio di direzione è stato costituito un Comitato d’Onore all’interno del quale trovano posto personaggi di livello internazionale (Vittorino Andreoli, Sylvia Lahav, Nicolas V.iljine, Maria Vittoria Colonna Rimbotti, Ellyn Toscano, Alessandro Mendini, Laurence Kardish, David Parsons, Jeffrey Schnapp) disposti a “dare una mano” con le loro competenze e i loro rapporti nel mondo della cultura. Presidente e anima del Comitato è Michela Bondardo pioniera della contaminazione tra mondo dell’arte e business. L’interdisciplinarietà è sicuramente uno dei punti focali del nuovo trend del museo quindi attenzione alla danza, al cinema, al digitale, oltre a un occhio di riguardo per la didattica che già da tempo è uno dei fiori all’occhiello del museo Marini.
Competenza, merito e approccio strategico sono le caratteristiche del Comitato d’Onore ma la novità assoluta – vista la carenza cronica di fondi che affligge la gestione di moltissime istituzioni italiane, è la figura del Visiting Director: annualmente sarà chiamato un direttore di museo o un curatore italiano o internazionale al quale sarà affidata la programmazione per 12 mesi realizzando un progetto ad hoc intorno al quale ruoteranno tutti gli eventi. Per il 2017 Visiting Director sarà Dmitry Ozerkov, storico dell’arte, curatore del Dipartimento di Arte Contemporanea del Museo di Stato dell’Hermitage.
Il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che da quest’anno finanzierà l’istituzione e non più i singoli progetti è determinante per la buona conduzione del museo; a questo si affiancheranno i fondi europei giunti attraverso il Comune di Firenze e la Regione Toscana che permetteranno radicali lavori all’impianto di climatizzazione e d’illuminazione.
Sono state tracciate, dunque, le linee guida del futuro del museo al cui centro c’è la figura di Marino Marini cui è dedicata anche una Fondazione a Pistoia che a sua volta è uno dei soci fondatori del museo fiorentino. L’istituzione pistoiese in concomitanza con la nomina a Capitale italiana della cultura per il 2017 della città ha in programma per il prossimo autunno una grande mostra su Marino Marini e il museo fiorentino sarà una vetrina importante per calamitare l’attenzione sull’artista pistoiese, uno tra i maggiori scultori italiani del XX secolo. (Enrica Ravenni)

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