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Tronchi d’albero e mani di chirurgo. L’arte contemporanea racconta le storie di Acquapendente

di - 12 Settembre 2018
Alcune volte capita che l’arte contemporanea riesca a dare voce e forma anche alle storie nascoste in luoghi appartati, facendone risaltare la preziosità. È quanto succede ad Acquapendente, per UV-Contemporary Art Projects 2018, rassegna a cura di Davide Sarchioni, organizzata nell’ambito della IV edizione di UV-Urban Vision Festival, evento dedicato alla street art e alla fotografia. In questa occasione, le opere di Andrea Gandini, Thomas Lange, Marco Milia e Gianni Moretti sono collocate lungo un percorso espositivo che si dipana tra i punti nevralgici del Comune in provincia di Viterbo, il cui caratteristico borgo medievale, oltre a essere di particolare pregio storico e artistico, ancora racconta le gesta di un glorioso passato, dalla liberazione dalla dominazione di Federico Barbarossa all’itinerario della via Francigena, che collegava la Francia e più in generale l’Europa centrale con Roma e con i porti d’imbarco per la Terrasanta, fino alla pietra macchiata di sangue conservata nella Cattedrale del Santo Sepolcro, che si dice provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Per cinque giorni consecutivi e sotto lo sguardo attento degli abitanti aquesiani, Gandini ha lavorato alla realizzazione della Testa Pesante, grande scultura in legno ricavata da un tronco d’albero trovato nella pineta del paese e allestita nella scenografica piazzetta antistante la storica Fonte del Rigombo. Lange ha reso omaggio ad Acquapendente con Cinema Edition 2018, proponendo una rutilante galleria di immagini come fossero locandine cinematografiche fruibili dai passanti. Il lavoro su carta formato da otto ritratti di grandi dimensioni è affisso sulle ampie vetrate ad arco della Biblioteca Comunale attigua al vecchio cinema.
Milia ha concepito una suggestiva installazione aerea nell’ampio spazio centrale dell’antico Chiostro di San Francesco. L’opera, dal titolo Water way, è composta da numerosi elementi circolari in policarbonato azzurro, che richiamano ai tanti corsi d’acqua e fonti caratterizzanti la località e dai quali probabilmente deriva il suo nome.
Moretti è stato coinvolto in un progetto in collaborazione con la cooperativa sociale Alicenova Onlus e con l’associazione culturale Dark Camera. L’immagine simbolica delle mani, tratta da una serie di suoi recenti studi, è stata stampata in gigantografia su carta e applicata lungo la scalinata che discende nella piazza principale accanto al municipio, diventando una sorta di opera calpestabile. La scelta delle mani è associata alla figura di Girolamo Fabrizio, noto chirurgo e anatomista all’Università di Padova nato ad Acquapendente nel Cinquecento, a cui è dedicata la piazza del municipio, con un monumento in suo omaggio commissionato allo scultore Tito Sarrocchi.
In home: Marco Milia, Water Way, 2018, UV – Contemporary Art Projects 2018, Acquapendente, Viterbo, Foto Isaco Praxolu
In alto: Andrea Gandini, Testa Pesante, 2018, UV – Contemporary Art Projects 2018, Acquapendente, Viterbo, Foto Isaco Praxolu

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