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Una discarica nella storica Vallata di Muglia? No grazie. E parte la petizione

di - 20 Febbraio 2019
Potrebbero non bastare il connubio unico tra lo splendido panorama naturale e la cultura millenaria, per salvare la Vallata di Muglia dalla costruzione di una discarica di 300 ettari, con annesso impianto per la lavorazione della spazzatura di tutta la Sicilia orientale. Il progetto è stato presentato dalla Oikos, società nota per la gestione di due imponenti discariche nella vicina provincia di Catania, che ha già comprato i terreni. La struttura tratterà mille tonnellate di rifiuti urbani residui al giorno, avrà una vasca di quasi tre milioni di metri cubi per lo stoccaggio dei residui inerti e gestirà all’aperto 90mila metri cubi di percolato l’anno.
Contro la sua costruzione si è mobilitato tutto il mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, con una petizione su Change.org che ha già raggiunto 2500 firme, tra le quali si contano personalità come Antonio Paolucci, già Ministro dei Beni Culturali e Direttore dei Musei Vaticani, come capofila, e poi Mina Gregori, Antonio Natali, Carlo Sisi, Sergio Risaliti, Daniele Pitteri, Maria Teresa Ruta, Pau dei Negrita, Roy Paci. La lettera è rivolta a Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, agli Assessori Alberto Pierobon e Sebastiano Tusa e a tutti i funzionari che si occupano della tutela del patrimonio.
Perché, paradossale a dirsi, l’area non è sottoposta a vincolo paesaggistico, o meglio, sul sito dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Centuripe e le vallate sottostanti risultano vincolate ma la relazione del 1967 non è mai stata protocollata. Ed è sfruttando questo vulnus che la Oikos ha potuto avanzare la sua pretesa.
L’area presenta rilevanti emergenze storiche, ambientali e archeologiche, senza contare che, in prossimità della zona della discarica, sono presenti aziende zootecniche e agricole con il riconoscimento IGP per il grano e le arance. Sul territorio sono presenti i resti di una miniera di zolfo, tra le più imponenti della Sicilia e che dovrebbe, invece, essere recuperata, per documentare 150 anni di storia durante i quali l’isola è stata il più importante produttore di zolfo al mondo. È riscontrabile, inoltre, un sistema di strutture rurali in pietra adagiate sulle alture e si contano oltre venti masserie. In una di essa, il fondaco Cuba, soggiornò anche Johann Wolfgang von Goethe durante il suo viaggio in Sicilia. Non distante vi è poi una zona di colline calanchiche, dove sono stati girati alcuni colossal hollywoodiani. A fondo valle svetta, infine, il Monte Pietraperciata, che deve il suo nome a una roccia arenaria, in cui sono presenti antiche tombe neolitiche a grotticelle e su cui nidificano uccelli protetti come i falchi pellegrini e alcune specie di aquile. Molte aree di Muglia sono mappate già dalla Soprintendenza per importanti ritrovamenti archeologici, sul territorio sorgeva, infatti, una strada che conduceva all’interno dell’isola, importante già in epoca ellenistica.
Per impedire la distruzione di Muglia il Comitato SiciliAntica ha inviato alla Soprintendenza di Enna la richiesta di vincolo paesaggistico e ambientale e ha organizzato, nel comune di Centuripe, una petizione popolare che è stata firmata da più di duemila centuripini. In questa battaglia il comitato può contare sul sostegno dei Comuni della zona, allarmati per l’annunciato disastro ecologico, sulle azioni attive del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e sul supporto di associazioni come Enpa, Fai, Legambiente, Italia Nostra, Lipu, oltre che su tutti i firmatari del Manifesto.

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