Qualcuno salvi Villa Croce. A lanciare l’appello è l’associazione Amixi di Villa Croce, sponsor principale delle attività del museo genovese, insieme a Hofima e Fondazione Palazzo Ducale. A oggi, la situazione sembra piuttosto critica. È stato infatti sospeso, per la mancanza di chiare direttive,
il programma del curatore Carlo Antonelli, vincitore del bando pubblico nel 2017, che era già partito, con la collettiva “Vita, morte, miracoli. L’arte della longevità”, a cura di Antonelli e Anna Daneri, e che avrebbe previsto una mostra di
Claire Fontaine, a maggio e ormai saltata, il Festival Riviera, in programma con il Nuovo museo nazionale di Montecarlo, e altre esposizioni, dedicate a
Giulio Paolini,
Vanessa Beecroft e
Dora Garcia.
Ma la crisi non ha colpito solo il calendario delle attività, visto che,
come si legge nell’appello, «Sono stati rimossi tutti i dipendenti comunali, lasciando il museo in mano ad una gestione esclusivamente privata», ovvero la Open Srl, la start-up che, a settembre 2016, vinse il bando promosso da Fondazione Garrone e che si occupa dei servizi di accoglienza, biglietteria, custodia delle sale, didattica e marketing ma che
da mesi era entrata in contrasto con le altre anime del museo.
«Ci hanno promesso per mesi una governance che regolamentasse i rapporti con la società Open che si occupa dei servizi, ma non è mai arrivata. Oggi per fare un seminario nel museo il curatore deve pagare i biglietti e il calendario delle mostre è congelato perché è mancato all’interno del Museo un funzionario per attivare l’assicurazione», ha dichiarato al Secolo XIX Andrea Fustinoni, presidente degli Amixi di Villa Croce.
L’appello è stato firmato da molti nomi di primo piano, nel settore dell’arte e della cultura, da Sam Keller, Andrea Lissoni, Lorenzo Balbi, Lorenzo Giusti, Beatrice Merz, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Marco Scotini, Andrea Viliani, Giacinto Di Pietrantonio, Lorenzo Benedetti, Bruna Roccasalva, Chiara Oliveri Bertola, Maurizio Morra Greco.