Poteva mancare un suo commento sull’evento più importante del mondo? Certo che no e, in effetti, lo stavamo aspettando. Banksy si è fatto un po’ attendere, l’ultima sua opera risale al 14 febbraio, un murales a Bristol per San Valentino ma, alla fine, il suo contributo sulla questione Covid-19 l’ha dato. «My wife hates it when I work from home», scrive l’anonimo street artist sulla sua pagina Instagram, a commento di una fotografia in cui quello che è evidentemente il suo bagno viene preso d’assalto da un branco di topi dispettosi, che già abbiamo visto all’opera in diversi muri sparsi per il mondo. Per esempio, il topo trafugato nottetempo da un cartellone pubblicitario nei pressi del Centre Pompidou, a Parigi. Oppure il mitico Love Rat, andato da poco in asta nella vendita online che Sotheby’s ha interamente dedicato alle stampe dello street artist.
Solo che, in tempi di quarantena, bisogna adattarsi a casa e non sfugge alla regola del Covid-19 nemmeno uno come Banksy, con tutte le conseguenze del caso. Tra cui, un topo che strizza in malo modo il tubetto del dentifricio, un altro che fa tapis roulant su un rotolo di carta igienica – americani e tedeschi letteralmente impazziti per questo spreco – e poi il peggiore di tutti: un roditore che non alza la tavoletta del wc. Insomma, il delirio.
D’altra parte, non è certo colpa dei topi che, abituati a vagare liberamente nei sottosuoli delle metropoli, hanno dovuto adattarsi alla nuova situazione di confinamento forzato. Un po’ più semplice per Banksy, che non è nuovo a lavori di interior design, dal Walled Off Hotel di Gerusalemme al negozio a Londra. E la moglie? Non sappiamo se Banksy sia sposato o se conviva con qualcuno, anche se nella fotografia si vedono due spazzolini da denti. Ma un maniaco della precisione della scenografia come lui non avrebbe mai trascurato questo particolare rivelatore.
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Buongiorno
Sapete che fine ha fatto il Gross Domestic Products di Banksy?
1000 grazie