Ph. Masiar Pasquali
Nelle giornate del 24 e 25 ottobre 2025, il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa ha ospitato Interesse pubblico. I pubblici della Milano che cambia, due intense giornate di confronto dedicate all’analisi e alla ridefinizione dei pubblici dello spettacolo dal vivo. L’iniziativa, parte di un osservatorio triennale promosso dal Piccolo con la collaborazione di ABA Advisory Board for the Arts, AGIS Lombardia, Fondazione Cariplo, Fondazione Paolo Grassi e Stratagemmi prospettive teatrali, ha rappresentato la prima tappa di un percorso di ricerca che, nel 2026, allargherà lo sguardo al pubblico internazionale e nel 2027 si concentrerà su quello nazionale, in occasione dell’80mo anniversario della Fondazione del Teatro.
Venerdì, 24 ottobre, dopo i saluti istituzionali e l’apertura dei lavori coordinata da Alberto Bentoglio dell’Università degli Studi di Milano, i circa 90 partecipanti si sono suddivisi in sette tavoli tematici, ciascuno presieduto da un chairman, per discutere criticità, buone pratiche e strategie di sviluppo legate ai diversi pubblici teatrali.
Dalla riflessione sul rapporto tra teatro e scuola (Tavolo 1, a cura di Anna Piletti) è emersa la necessità di fare sistema tra istituti e compagnie, integrando il teatro nei percorsi educativi. Il Tavolo 2, guidato da Maddalena Giovannelli, ha indagato la relazione con gli under 35, proponendo forme di co-progettazione e modalità di partecipazione più flessibili. Andrea Rebaglio ha coordinato la discussione sul pubblico adulto, analizzando bisogni e pratiche di fruizione alla luce delle “3P”: prezzo, prodotto e promozione.
Al centro del Tavolo 4, diretto da Ginevra Bocconcelli, la questione dell’accessibilità, con l’invito a superare modelli organizzativi escludenti e a valorizzare le collaborazioni con associazioni specializzate. Il Tavolo 5, con Noemi Satta, ha affrontato le barriere materiali e simboliche che allontanano alcune fasce di popolazione dai teatri, mentre Marianna D’Ovidio ha posto l’accento sulla necessità di decentrare lo sguardo, riconoscendo alle periferie il ruolo di laboratori culturali attivi. Infine, Oliviero Ponte di Pino ha coordinato il Tavolo 7 dedicato ai pubblici internazionali, sottolineando il potenziale di Milano come città multiculturale e laboratorio europeo di nuove politiche culturali.
La restituzione pubblica del sabato, svoltasi sul palcoscenico con la scenografia di Arlecchino servitore di due padroni, ha riunito i chairman per condividere risultati e prospettive. Dalle discussioni è emersa con forza la consapevolezza che i pubblici del teatro non siano una massa indistinta ma una rete viva di esperienze e appartenenze.
Come ha ricordato Claudio Longhi nelle conclusioni, il teatro è chiamato oggi a ridefinire la propria funzione pubblica: da specchio della città a dispositivo civico di relazione e partecipazione, in cui la comunità possa riconoscersi e ritrovare la propria voce collettiva. Ora l’appuntamento è a maggio 2026, in occasione del Festival Futuro Indicativo, con la seconda tappa di questo osservatorio, sul pubblico internazionale.
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