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fino al 20.IV.2007 | Philip Akkerman | Torino, Guido Costa Projects

di - 27 Febbraio 2007

“Sin dal 1981 non ho dipinto null’altro che autoritratti. A tutt’oggi ne ho realizzati 2377. Ciò può sembrare tedioso, ma posso garantirvi che non lo è. Può talvolta far pensare a un gioco, ma è una battaglia terribile. Una guerra che si scatena nel mio intimo. Innumerevoli Philip Akkerman lottano per essere realizzati. Dozzine di stili l’uno sull’altro”. Niente di meglio delle parole dell’artista per presentare una ricerca pittorica unica nel suo genere, che dura da un quarto di secolo, incentrata sullo stesso tema, ossessivo, dell’autoritratto.
Per sottrarsi alla noia della ripetitività, al rischio dello stereotipo, Philip Akkermann utilizza un linguaggio polisemico, ripercorre cioè le pratiche pittoriche della storia dell’arte, con una tecnica dotata di una notevole forza percettiva, che il piccolo formato esalta, attribuendo ai lavori una caratura peculiare. Dapprima Akkerman elabora il disegno, poi lo realizza su masonite con colori ad olio con un metodo rigoroso, severo. Il mondo privato dell’artista diventa lo spunto per la riflessione su un tema di notevole attualità, che implica come punto di partenza l’analisi del sé, una sorta di “pre-testo” che si dilata sino ad incontrare il mondo. Sui dipinti si evidenziano, si stratificano, le tracce sedimentate dal tempo: le si intuisce da particolari minimi, quali il copricapo o il taglio di capelli. L’espressione del volto è sempre colta di tre quarti, così che, al di là di certe sfumature di melanconia o di serenità, il sottofondo resta ambiguo, esaltato ulteriormente dall’equilibrio perfetto della composizione e dal controllo tecnico, come si vede chiaramente nella scelta degli autoritratti proposti in mostra, 44, selezionati all’interno della produzione degli ultimi dieci anni. Le variazioni infinitesimali che si colgono nella stesura del colore, corrispondono a continui affinamenti stilistici. Lo stile è, secondo Akkerman, l’impronta che la persona lascia sul proprio lavoro. Esso ghermisce e cattura, prende in ostaggio la retina dello spettatore, che diventa sua vittima. La manipolazione del colore, del pennello, dello sfondo, del volume, è sempre controllata. I contrasti tra luce e ombra, colore caldo o colore freddo, linee diritte o circolari, zone policromatiche e monocromatiche, suggeriscono non solo una riflessione sulla storia personale dell’artista ma un percorso dentro la storia dell’arte, alla ricerca del diverso nell’apparente staticità. In questo modo l’esistenza viene restituita ad una dimensione di mistero.

tiziana conti
mostra visitata il 23 febbraio 2007


Philip Akkerman – Self-Portraits
Guido Costa Projects di Torino, Via Mazzini 24 10123 Torino
Zona centrale raggiungibile con tram n.18 – Tel. 011.8154113 fax. 011.8158004 – www.guidocostaprojects.com – e-mail: info@guidocostaprojects.com


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