La memoria è il tema dominante nella scultura di Susana Solano (nata a Barcellona nel 1946), che collega idealmente il pensiero all’operatività. Il ricordo, soggettivo, ma altresì legato alla memoria storica, consente di migrare alla ricerca di un equilibrio, che sappia “tenere in vigore” l’anima, armonizzandola con il contesto. Dalla prima personale nel 1989 al Museo Mirò di Barcellona, la scultura per Solano è la realizzazione di un percorso fondato sull’analisi introspettiva di tensioni, sentimenti, stati mentali: l’opera è una realtà attiva, essenziale, nel senso inteso dal Minimalismo, che vive nel porsi in relazione costante con lo spazio. Essa sembra prendere le distanze dal proprio tempo eppure vi è calata profondamente, in un fluire ininterrotto di pensieri e di sensazioni.
Viaggiatrice instancabile, nello spostamento cerca un contatto con altre culture, e con l’immanenza della storia, aprendosi a molteplici forme di comunicazione, immergendosi profondamente in una dimensione originaria. La risultante sono lavori che paiono frammenti di una narrazione ininterrotta, come si può osservare in questa mostra le cui opere sono realizzate in seguito ad un viaggio in Africa. La rassegna ruota intorno ad un video, Edehde, titolo che nella lingua dei Tuareg significa “duna”. Solano scompone con le mani, curvandosi fino a terra, la linea di sabbia che definisce un crinale desertico, la muove con un andamento lento e ondivago, ripetuto all’infinito, con un gesto che sembra voler trattenere e compartecipare l’anima della terra. L’ombra dell’artista si proietta sulla sabbia, lasciandovi una traccia sinuosa e ferma al contempo.
Tracce di storia si avvertono anche nelle sculture, dove la memoria si salda con il presente, reso concreto dall’utilizzo di materiali poveri, di uso quotidiano, quali alluminio e ferro. Opere dalle forme mobili, morbide, che ricordano un elmo o una barca, collocate sul pavimento, si alternano a sculture a parete, realizzate con maglie metalliche disposte con la regolarità di strutture geometriche. Gli umori dei luoghi si ritrovano nei pigmenti con i quali sono realizzate le carte del ciclo La piel de nadie, che evocano un senso di levità e fanno pensare alla stratificazione dei ricordi, ognuno dei quali è carico di un significato originario.
tiziana conti
mostra visitata il 20 maggio 2006
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…
La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…