Lo spazio della galleria nicolafornello si comprime e si dilata sotto le mani e nell’idea di Marco Bagnoli. Lo spettatore al suo ingresso si trova all’interno di un ambiente ristretto: un labirinto di palette di legno, che imbevono l’aria del loro odore. Le pareti si ergono alte e costringono il visitatore a districarsi attraverso il percorso. Possibili punti d’arrivo: le porte dorate dipinte sui muri in sezione aurea che immettono potenzialmente a dimensioni ulteriori; oppure l’apertura effettiva verso uno spazio dischiuso e trasparente.
Qui si distribuiscono le altre opere di Bagnoli, scegliendo angoli e superfici, nascondendosi o mostrandosi apertamente. Le installazioni e le sculture selezionate riempiono la stanza ed instaurano un gioco di relazioni reciproche.
Lo scheletro della grande mongolfiera metallica, qui rovesciata, proietta la sua ombra moltiplicata sul soffitto, sul pavimento, e sulle pareti, investendo le altre opere. Un sistema di sfere specchianti, auree e argentate, si dispone sul muro secondo lo schema della quinconcia ed ingloba al suo interno l’intero ambiente che riflette. Uno specchio deformante proietta immagini di giardini in un’estesa parabola. Le opere proposte sono il frutto di riflessioni vecchie e nuove e ripercorrono le tappe più intense della ricerca dell’artista. Il tema dell’alchimia del volo, che regala un inaspettato punto di vista sul reale, si concretizza nella grande mongolfiera.
La quincunx, coltivazione utilizzata sin dagli antichi romani, viene rappresentata come in una mappa vista dall’alto, in cui appare evidente la relazione tra i singoli elementi, ognuno centro ed estremità di una X; si tratta di uno schema studiato approfonditamente da Bagnoli, che nel 2000 ha pubblicato un intero saggio sui valori simbolici e pratici attribuiti alla quinconcia nel corso della storia.
Le ricerche sul movimento rotatorio, sul riflesso e sugli specchi, sui dormienti e sulle figure che li vegliano, sui materiali tradizionali e sulle tecniche più attuali abbracciano quasi venticinque anni di impegno artistico e sono puntualmente rappresentate in questa personale. La capacità di Marco Bagnoli di immergere il visitatore in una dimensione sospesa, misteriosa, viene ampiamente valorizzata. La galleria nicolafornello di Prato si rivela ancora una volta un ambiente malleabile, in grado di trasformarsi sotto gli occhi degli artisti.
L’universo di segni di Bagnoli si dispiega nello spazio, lasciando che lo spettatore ne intuisca il significato, affascinato dalla loro raffinata bellezza.
silvia bottinelli
mostra visitata il 16 settembre 2004
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