Le immagini del video scivolano sulla lastra di marmo di Carrara senza essere assorbite. Scorrono onde, nuvole, fumo che esce dalla bocca del vulcano Stromboli, che offre l’ambientazione oltre che il nome al video di Yi Zhou (Shangai, 1978; vive tra Parigi e New York) in mostra a Pietrasanta. L’estremità destra della lastra è lasciata grezza, non lavorata, come se quella fosse l’origine, il caos, l’inizio dei tempi da cui poi tutto si allontana, trasformandosi e dividendosi in elementi in continuo movimento. Il video continua con un ragazzino seduto sulle rocce, la posa simile a quella del famoso quadro di Hyppolite Flandrin, con la differenza che il ragazzo qui è orientato dalla parte opposta, verso sinistra, e invece di tenere la testa piegata tra le ginocchia guarda lontano. Compaiono sullo sfondo del mare i primi quattro versi della poesia L’Eternité di Arthur Rimbaud: Elle est retrouvèe. Quoi? – L’. Èternité. C’est la mer allée. Avec le soleil. Ecco allora verso dove guarda il ragazzo. Mentre sulla lastra di marmo, incisa, un viso di ragazza guarda negli occhi l’osservatore, rendendo lo sguardo ciclico. E creando un corto circuito tra la linearità del video e del marmo e l’eterno ritorno degli occhi negli occhi.
L’eternità e i primi due versi di Rimbaud tornano in un’altra opera di Yi Zhou, una lastra di marmo appesa alla parete sinistra, molto più piccola di quella su cui è proiettato il video, in cui le parole sono incise sui quattro lati stretti. Dove l’eternità, rappresentata come una forma chiusa, perfetta, stilizzata, sembra piuttosto dividersi per effetto delle parole in segmenti di tempo accostati l’uno all’altro, per seguire i quali bisogna spostarsi. Compiendo, di nuovo, un movimento ciclico.
Nelle altre due opere in mostra le suggestioni vengono piuttosto dall’aldilà, un aldilà che Yi Zhou ha già frequentato in altre opere, ispirandosi principalmente alla Commedia dantesca. Qui in mostra c’è l’Anello del Purgatorio, un anello d’oro su cui si incontrano un forma dura e irregolare di pietra lavica e un pezzo di pirite di forma cubica, appeso in alto sulla parete destra della galleria. L’anello (che fa parte di una serie comprendente anche quelli dell’Inferno e del Paradiso) si richiama a un’altra opera dell’artista, una scultura di pietra vulcanica rappresentante, appunto, la montagna del Purgatorio che era stata esposta nel giugno 2006 nello Studiolo di Francesco I a Firenze. Il luogo destinato ai beati, nella mostra di Pietrasanta, è rappresentato dalla Fontana del Paradiso, un grosso fiore da cui scendono rivoli d’acqua. Una scultura di resina coperta di tinta argentata poggiata a terra che, secondo il progetto originario, doveva essere di marmo ma che così assume un aspetto stilizzato, un colore metallizzato. Qualcosa che si immaginerebbe prodotto in serie e esposto in un negozio. Come se, in fondo, il Paradiso fosse un luogo non così difficile da raggiungere.
link correlati
Il sito di Yi Zhou
donata panizza
mostra visitata il 12 giugno 2007
Il 16 maggio, al Museo Orientale di Torino sono stati presentati i primi risultati del progetto ASBA per il personale…
La residenza Sguardi Urbani a Casa degli Artisti di Milano si chiude con la presentazione di Walking Symphony, progetto ideato…
In occasione della seconda edizione di Expodemic, il Festival diffuso delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma,…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Il disagio agiato e la nuova carne: tre giovani artisti in mostra a Palazzo Bronzo di Genova, per svelare il…
L’archetipo del viaggio, attraverso le pagine di Italo Calvino, in 40 opere: la Galleria DADART presenta la mostra di Alessandra…