La impressionante versatilità di Marino Marini è indubbiamente la peculiarità di questo maestro del novecento, al quale Livorno attualmente rende omaggio negli spazi di Guastalla Centro Arte con una singolare antologica, presentata da Giorgio Guastalla, Direttore artistico della Galleria e coautore del Catalogo ragionato dell’opera grafica. Attraverso una rigorosa selezione di quaranta opere, questa mostra, realizzata con il patrocinio della Fondazione Marino Marini di Pistoia, dona una forma visibile al profondo legame, che unisce l’opera dell’artista a Livorno.
Sin da ragazzo Marino trascorre le estati con la famiglia nella elegante stazione balneare toscana, dove esordisce nell’agosto del 1923 come pittore insieme alla sorella Egle in una esposizione organizzata presso la galleria Bottega D’Arte di proprietà del nonno e dello zio del Guastalla. Successivamente il rapporto con la città di Livorno prosegue nelle frequenti visite, che Marina, la tanto adorata quanto inseparabile compagna, ricorda con commozione anche nell’introduzione del catalogo. Non a caso il 30 Giugno del 1979, a cinquantasei anni di distanza dalla sua prima mostra, Marino desidera esporre una serie di dipinti inediti proprio a Livorno in una personale ospitata dalla Galleria Guastalla. Sebbene già sofferente l’artista vuole presenziare all’evento. Sarà questa la sua ultima uscita in pubblico. In quell’ultimo anno della vita di Marino, cessata il 6 agosto del 1980, Giorgio Guastalla è uno dei pochi a frequentare assiduamente la sua casa a Viareggio. Oggi, quindi, i giovani Laura e Marco Guastalla, propongono, in una mostra ricca di pathos, il ritratto del personaggio.
Senz’altro un interessante spaccato dell’intenso rapporto tra Livorno e la cultura artistica del novecento. Inoltre, ponendo l’accento sulla poliedricità della produzione di Marino, la serie delle opere esposte, create tra il 1929 ed il 1980, rappresenta tutte le tecniche utilizzate dall’autore pistoiese, nonché tutti i suoi soggetti. Così tra disegni, tecniche miste, pittura, scultura, incisioni e litografie si ritrovano i cavalli, i cavalli e cavalieri, le pomone, gli acrobati, i danzatori, il grido ed anche un raro paesaggio del 1929. Il tutto racchiuso in una piccola antologica capace di oltrepassare i limiti dell’omaggio accorato e sincero rivolto ad un grande artista, grazie ad un percorso altamente suggestivo, laddove magicamente risuona l’eco di un rapporto, che il tempo ha trasformato in un’autentica rivelazione.
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