Marino Marini, oltre a svolgere le attività di scultura e pittura, si dedicò anche alla produzione grafica come prova questa interessante mostra realizzata in occasione del centenario della sua nascita. L’artista comincia a servirsi del linguaggio grafico intorno agli anni ’20 e lo farà fino alla morte, nel 1980. Una fede, dunque, in questa forma artistica, che sembra essere un’iniziazione all’opera d’arte. In realtà, per la sua forza, diventa essa stessa rappresentazione artistica al pari di un dipinto o di una scultura, ai quali per troppo tempo è stato dato un valore maggiore rispetto a una qualsiasi altra produzione.
I disegni, le incisioni e le litografie, in perfetto stato di conservazione grazie all’intervento di Natalie Ravanel, sono esposte nei locali della cripta, all’interno del museo Marino Marini. La disposizione delle opere non segue un ordine cronologico ma tematico, accomunando quelli che sono sempre stati i soggetti preferiti da Marino Marini: dai “Cavalieri” alle “Pomone”, dai “Giocolieri” alle “Danzatrici”, dai personaggi del circo a quelli del teatro. Volendo però fare una ricognizione cronologica delle opere risulta evidente che quelle appartenenti al periodo che va dagli anni ’20 ai ’40-50 sono accumunate da una pace silente che avvolge le figure riprodotte; quelle che vanno dagli anni ’50 in poi, rivelano un senso di inquietudine, un’angoscia che spesso porta alla disgregazione della forma e ad una sorta di astrattismo, come nei disegni e nelle incisioni che hanno per soggetto il Miracolo o il Grido. In sostanza è il linguaggio che cambia e non il soggetto come l’artista stesso ebbe a dire: «ho cambiato la forma, l’espressione della mia arte. Non ho mai avuto bisogno di cambiare il soggetto».
La mostra, che espone 60 opere grafiche di Marino Marini fra disegni, incisioni e litografie, è stata organizzata da Chiara Lachi e Francesca Milani e realizzata grazie al progetto “Adotta un Museo Fiorentino”. Del progetto hanno fatto parte anche tre importanti interventi di comunicazione museale, sempre curati da Francesca Milani e Chiara Lachi: la rinnovata veste delle didascalie dell’intera collezione museale; il nuovo allestimento della sezione grafica e la realizzazione del nuovo sito web del museo.
Chiara Lachi ha curato, inoltre, la compilazione del catalogo, un piccolo breviario che accompagna le opere, utile per una visita consapevole della mostra, e che, grazie ai testi, poetici e non, consente di creare il necessario rapporto tra arti figurative e letterarie.
Elena Parenti
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Che palle!
All'artista Marino Marini porgo i miei omaggi. Maria Pezzica
superiperstupendissimo!!!!!!