Categorie: toscana

fino al 29.VIII.2009 | Carlos Garaicoa / Ilya & Emilia Kabakov | San Gimignano (si), Galleria Continua

di - 13 Luglio 2009
Mondi interiori, civili e sociali, nei lavori di Ilya & Emilia Kabakov (Dnepropetrovsk, 1933 e 1945; vivono a New York) hanno la forza della concretezza e la poesia dell’immaginazione.
Un mondo segreto e privato dà inizio alla mostra, che nell’alternarsi di lavori installativi e ambientali narra la storia dell’individuo a partire dalla protezione del proprio intimo paradiso (Paradise under the ceiling) e della relazione con un universo in cui un uomo barcollante cerca l’ignoto e si misura con l’infinito e l’infinitamente grande (Old forniture and little white man). In questo senso, anche l’angelo caduto nel giardino della galleria, così come altre opere in mostra, sembrano soffermarsi sulla rottura e la ricomposizione di ogni possibile misticismo.
La grande installazione in platea (The blue Carpet) crea un osservatorio per ricostruire nel silenzio il recupero di piccole porzioni di vita raccolte in oggetti minimi e carichi di ricordi. Quasi come se nella grandezza di un oceano blu (l’ambiente creato al centro della platea è quasi interamente coperto da un enorme tappeto azzurro) potesse ritrovarsi il senso dell’esperienza e delle cose.
Fra ricostruzione ideale e pragmaticità costruttiva è anche il lavoro di Carlos Garaicoa (L’Avana, 1967; vive a Madrid e L’Avana), artista cubano presente alla 53. Biennale di Venezia, i cui progetti di ricostruzione paesaggistica attraversano l’architettura per trovarne nuove basi, percorsi di senso e funzionalità.

La storia delle immagini si unisce a una visione architettonica intesa come insieme di valori civili, sociali ed estetici con cui connotare il tempo e la forma dello spazio pubblicamente inteso, e che nelle sue visioni trova una nuova personalità.
La ricerca di una misura sembra poi esser fondamentale tanto per i progetti esposti sul palco dell’ex cinema quanto nella sede sotto l’arco, in cui la carta millimetrata ristabilisce la geometria e la gerarchia delle piccole dimensioni anche nei light box, in cui, quasi come in un museo della scienza, la raccolta degli elementi (siringhe e oggetti, ma anche insetti e piccoli animali) offre una lettura antropologica del nostro tempo.

Il dialogo fra gli interventi di Garaicoa e dei Kabakov, nella necessaria differenza linguistica, insieme a Changing Rooms (un labirinto di cabine per il cambio degli abiti negli spazi dell’ex biglietteria) di Leandro Elrich, all’intervento di Sol LeWitt progettato nel 2004 e a Memory di Shilpa Gupta (un muro di cemento che invita a guardare il paesaggio con gli occhi della memoria), sembra ricostruire una mappa in cui ricerca artistica, dimensioni private e collettive si fondono.
Per darsi la possibilità di altri legami e per costruire – fra arte, architettura, ambiente ed energie sostenibili – una traccia responsabile della nostra contemporaneità.

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elena forin
mostra visitata il 23 maggio 2009


dal 23 maggio al 29 agosto 2009
Carlos Garaicoa / Ilya & Emilia Kabakov
Galleria Continua
Via del Castello, 11 – 53037 San Gimignano (SI)
Orario: da martedì a sabato ore 14-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0577943134; fax +39 0577940484; info@galleriacontinua.com; www.galleriacontinua.com

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  • Su nomi internazionali come questi la galleria continua non sbaglia. Grande la coppia russa, coerente e forte. Un po' ruffiano garaicoa. La galleria tende a privilegiare questo artigianato ruffiano che può anche andare bene fino quando non si esclude un italo zuffi per l'artigianato prevedibile di cecchini.

  • kabakov è stato uno dei professori della fondazione ratti ed i continua l hanno visto la. questa mostra dimostra poca volonta. l'arte italiana è cosi. oggi c'è una categoria di giovani pittori , fra questi danilo buccella e ozmo molto più bravi. i continua sono informati della cosa e dovrebbero agire di conseguenza.

  • aho ma che sta a di :a luca rossi, ma che sei schizzofrenico!??? ma che èèèè????

  • ehi rossi a volte ho pensato che tu giustamente segnalassi certe consorterie ma troppo spesso dietro qualche ovvia considerazione riguardo le strutture di potere che influenzano gli snodi importanti italia - estero tiri fuori nomi di artisti ingiustamente misconosciutio vittime dell'ingiustizia: lasciati dire, anche con un pizzico di simpatia, che spesso queste tue liste denunciano la tua cultura e conoscenze ancora adolescenziali che spesso ti portano a sopravvalutare i forse compagni di percorso,errore che stai tranquillo facciamo tutti.
    ora io conosco quelli di continua dall'inizio degli anni 90, non li sopravvaluto , ma nemmeno credo che abbiano scoperto Kabakov solo perchè l'hanno visto alla fondazione ratti in tempi recenti: forse questo vale x te data la tua giovane età ma quando continua debuttò in quei lontani anni si era ancora freschi della moda dell'arte sovietica che imperversò a fine anni 80 e kabakov già allora era tra i piu noti insieme a bulatov, komar e melamid, ispezione medermeneutica ecc ecc scusa se cito a braccio; ci furono cataloghi politi e almeno una grossa mostra in italia: quindi chi si è affacciato sulla scena inizio 90 sapeva bene chi era kabakov, tra l'altro biennalizzato mi pare da szeeman
    Per quanto riguarda il graffittaro Ozmo o buccella mi pare che sei peggio di beatrice che paragona pignatelli a twombly o a kiefer. quanto a zuffi il suo lavoro ricorda molto alcune cose degli artisti tedeschi anni 80 come gerdes klingenholler mucha e anche le maquette di acconci e hoppeneim, oltre che un artista che alcune biennali fa ha occupato il padiglione germania con un installazione architettonica ma non ti dico il nome vediamo se sai chi è
    con simpatia

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