È
Marnix de Nijs (Rotterdam, 1970) l’ultimo artista invitato dal Centro di Cultura Contemporanea Strozzina e il primo a inaugurare una rassegna di opere site specific che verranno presentate fino al prossimo anno nello spazio fiorentino.
Un artista giovane, impegnato nell’esplorazione dello scontro dinamico fra corpi, macchine e altri media. Le sue opere, principalmente congegni interattivi che giocano con la percezione e il controllo d’immagine e suono, lo hanno reso uno dei massimi esponenti dell’arte scultorea interattiva a livello internazionale.
Al centro della sala, completamente buia, due tapis roulant invitano il visitatore a una breve passeggiata. E all’accensione del macchinario, uno scenario surreale si concretizza, aprendo alla vista l’immagine avviluppante di una Firenze sconosciuta, disabitata. Magia? No, pura tecnologia. Una tecnica all’avanguardia, inaugurata nel contesto artistico proprio da De Nijs, che rende possibile la combinazione della qualità cinematografica di un film con l’interattività di un motore grafico.
Le immagini in scorrimento -in parte filmate, in parte definite al computer-, massimamente pixelate, riproducono in tutto e per tutto l’esperienza visiva di una passeggiata in città; una città diversa perché inabitata, dove solo il passeggiatore/fruitore sembra esistere. Ed è solo lui che, investendo la propria forza fisica nel camminare, decide strade da percorrere e palazzi da visitare, finanche al perdersi tra i piccoli vicoli e le improvvise piazze.
A fare da punti di riferimento, gli irripetibili scorci fiorentini con palazzi sontuosi e rinascimentali che si sgretolano in migliaia di pixel ogni qual volta si tenti di attraversarne la soglia.
Modificando il ritmo di marcia, la passeggiata si fa più lenta o più veloce; ugualmente, spostandosi all’estrema sinistra dell’attrezzo ginnico, il punto di vista si volge alla sinistra del passeggiatore e viceversa. Il visitatore diventa dunque parte integrante dell’opera stessa, rappresenta il passaggio, la congiunzione dalla pura combinazione di elementi meccanici all’esperienza emotiva, che diventa il fulcro dell’installazione.
A un secondo livello fruitivo, invece, l’impianto stereo della stanza comincia a diffondere voci e suoni della Firenze reale, quella che esiste e che vediamo tutti i giorni. Sono riprese audio fatte fra le strade della città. Le percezioni s’intensificano al sopraggiungere del coinvolgimento della nuova esperienza sensoriale, si accentua l’idea di vivere in una dimensione dissociata, dove al corrispettivo brusio di una città che vive si oppone l’assoluta assenza di forme di vita.
Remapping Firenze, sostenuto dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, fa parte delle iniziative pensate per il festival
Olandiamo? – Festival culturale in occasione dei cinquant’anni dell’Istituto Olandese di Firenze.