La selezione dei ventuno artisti partecipanti alle sei edizioni di Check in – una panoramica tra le nuove generazioni di artisti in Trentino (19.III-12.XI.2004) ha fatto emergere cinque nomi risultati idonei al “volo” nel sistema dell’arte preparato loro dalla Galleria Civica di Trento. In quegli spazi ancora carichi delle angosce allucinate di Dimensione Follia, continua a percepirsi una forma d’inquietudine che i giovani trentini sembrano non voler disperdere. Sebbene elaborate in forme più ironiche e disinnescate da componenti maniacali, le ricerche dei cinque lasciano emergere un’elaborazione tutta personale di ossessioni legate al senso comune.
Il pericolo di agenti patogeni o mutanti, l’aberrazione, sono ansie di fondo della mostra, portate all’acme nella sera del vernissage dalla performance desert di koan01 (Massimo Vicentini, 1979), che mette in atto una sovrapposizione di onde video e
Parlando di insidie da mutazione, s’impongono anche le caricature infantili di Laurina Paperina (Laura Scottini, 1980). Ammiccando all’icastica simpatia di cartoon politicamente scorretti come “South Park”, Laura costruisce il suo personalissimo corollario di figurine multicolore dalla doppia, spesso multipla identità. Nasce allora Bubo e l’alter ego nero Bubo Malefix, oppure la proliferazione esponenziale dei virus della serie You Are Infected disegnati a mouse per stampe digitali oppure a penna su centinaia di cartoncini giustapposti in un mosaico di quotidiane fobie.
Allo stesso livello di cromia divertita giungono le iperboli pop di Carlo Vedova (1971) che, su curiosi dittici o su supporti di forex circolari, riproduce trame di particolari
Anche Marco Adami (1972) si confronta con l’uso dei polittici, presentando volute grafiche che sviluppano – senza soluzione di continuità – da un supporto all’altro. Quella che potrebbe sembrare mera ripetizione di uno stilema decorativo su fondi neutri, sono raffinate variazioni sul tema giocate su equilibri di segni astratti che sbordano felicemente dai limiti legali del supporto pittorico.
A un uso più disinvolto dei mezzi tecnici fa invece affidamento Rosario Fontanella (1978) che produce pitture e simulazioni digitali di realtà visionarie. L’iterazione di uno stesso tema iconografico – con scarti comunque suscettibili – così come la ricorsività delle lente simulazioni animate provocano nel lavoro di Fontanella uno scollamento di senso fra l’oggetto e la sua riflessione analitica. Il linguaggio scarno e geometrico con cui l’artista sintetizza concettualmente la realtà percepita ricrea rappresentazioni paradossali, non prive di elementi alienanti.
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alan santarelli
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Brava Laurina! quack
ottimo.
Laurina Paperina... la mia artista preferita!