Non hanno coscienza del dolore
fisico né delle sensazioni, vivendo una sorta di regressione e mutazione.
Convivono in loro contraddizioni, e lo scontro tra frantumi di realtà genera
riso, ilarità. Parti di corpi, frammenti di storia dell’arte. Il tutto si
combina insieme nella pittura di Dana Schutz, che diventa specchio di se stessa
e di una società complessa e multi-tasking.
Anche l’orrido, il rivoltante ci
ripugna con freddezza perché il luogo della sofferenza e dello shock emotivo è
spinto altrove. In un territorio altro, in una seconda realtà come quella
virtuale, probabilmente. La stessa pittura continuamente tocca il regno della
finzione, ammiccando a volte al cartoon.
In realtà non c’è nulla di nuovo,
tutto ritorna ma come frammento da essere fagocitato e rigenerato in altro. È quello
che fanno i soggetti rappresentati nella sua pittura ed essa stessa. Ripescando
dalla storia dell’arte iconografie digerite e assimilate, come quella del
pensatore di Rodin o del bevitore,
ma anche tecniche pittoriche che sono continui rimandi alla pennellata
espressionista, al puntinismo, alla deformazione cubista. La pittura fagocita
se stessa e si rigenera.
I tredici lavori esposti al Mart
sono per lo più close-up su singole
figure. Solitudine, masochismo e atonia, nel senso di assenza di tensioni
vitali. In Poke, ad esempio,
l’accecamento non vieta al personaggio di continuare a bere il proprio caffè,
come quello di Talk Tallk conversa a
telefono mentre si taglia le ciglia dell’occhio. Cervello e sfera dei sensi
sono due macchine scollegate. Il contrasto e il fatto che non avvenga quello
che normalmente ci si aspetterebbe suscita riso, accentuato dai colori accesi e
brillanti che rendono il senso di una “crudeltà
spensierata”.
I processi comportamentali, le
automazioni e dipendenze quotidiane diventano tutt’uno con un corpo non più
naturale. È difficile parlare di realtà e il corpo stesso lo manifesta,
assumendo forme irreali e fantasiose, ma anche immancabilmente distruttive. In Bird in throat il personaggio è
strozzato da un uccello che rischia di soffocarlo, ma ancora una volta non è la
sofferenza a emergere, quanto piuttosto la deformazione. In Shaking, Cooking, Peeing, una bambola-automa,
goffa nel suo fare più cose assieme, in preda alle convulsioni, compare
nell’atto di cucinare e urinare assieme.
Il gesto rivolto verso se stessi
non è tanto di riappropriazione del corpo come per gli Azionisti viennesi, ma
una lotta schizofrenica combattuta dentro un corpo in trasformazione fra reale,
virtuale e finzione.
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Dana
Schutz alla Collezione Maramotti
A
Liste 07
Ad
Art Basel 38
antonella palladino
mostra visitata il 22 ottobre
2010
dal 23 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011
Young in the Future
– Dana Schutz
a cura di
Gabriella Belli e John Hutchinson
MART – Museo di Arte moderna e
contemporanea di Rovereto e Trento
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; venerdì ore 10-21
Ingresso: intero € 10; ridotto € 7
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. 800397760 / +39 0464438887; fax +39 0464430827; info@mart.trento.it; www.mart.trento.it
[exibart]
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