…in Veneto trovano occasioni tutto l’anno e per tutte le tasche tra fiere di rilievo (ci sono anche Vicenza e Venezia), aste (su tutti Semenzato) ed un fitto calendario di mercatini d’antiquariato.
Raccolti nello stand n° 11, gli espositori padovani hanno utilizzato al meglio gli eleganti spazi messi a disposizione. Una fiera piccola, dicevamo, ma a misura d’uomo e di buona qualità. 84 espositori, una decina dei quali stranieri, hanno saputo aggiungere un fascino particolare all’evento grazie ad allestimenti in alcuni casi suggestivi.
Subito all’ingresso Zendrini (To-Roma-Monaco) ha fatto incantare non poco le visitatrici femminili con i suoi classici e principeschi gioielli. Il londinese Koopman (Londra) non gli è stato da meno con la splendida collezione di argenti di prestigio. Tappeti antichi anatolici e persiani di grande misura e qualità li ha portati Franz Bausback (Mannheim).
Curiosa la collezione di strumenti scientifici antichi proposta da Antik Arte & Scienza (Mi): teodoliti, sfere armillari, ecc., ma si sono viste anche molte pendole neoclassiche dorate, i bei vetri di inizi ‘900 di Art Decoratif di Roberto Centrella (Fiumicino), Icone russe antiche e moderne dalla padovana Russian Art (con la colonna sonora di canti sacri) e i centri da tavola buranesi di Antiqua (Lugo).
Ovviamente però l’attenzione era soprattutto puntata sui mobili e i dipinti. Tra i primi si sono viste molte ribalte bombé in radica del XVIII secolo, ma la scelta era abbastanza varia, sia per stile che per epoca (dal XVI al XX secolo). Si sono notati raffinati pezzi neoclassici, sedie e tavolini in particolare, ma è stato il ‘700 a farla da padrone, nelle accezioni veneta, lombarda, emiliana, genovese e francese.
Tra i quadri antichi abbiamo annotato uno splendido Jacopo da Bassano (Adorazione dei pastori cm. 153 x 220.5) e una tela preparatoria attribuita a Tintoretto con l’”Agonia in giardino” (cm. 126 x 173.8) da Piero Corsini (NY); un ovale con la “Figura di Mons. Dall’Acqua con libro aperto” (cm. 97 x 78) di Alessandro Longhi (figlio di Pietro), datato 1773, da Art Collector (Pi) e una bella “Madonna con Bambino e i Santi Domenico, Caterina da Siena e un Santo Martire” (cm. 215 x 149) del bolognese Cignani, del 1680 ca., da Luigi Diciotto Antichità (Rimini); ancora una “Ultima cena” (cm. 79 x 290) di Francesco Vecellio (fratello di Tiziano) da Giuseppe Gatti (Crema), un ritratto di Maria Aurora Contessa di Koenisgmarck con la figlia (cm. 113 x 87) di François de Troy e allievi da Artemisia (Pi)ed infine un interessante (anche per il prezzo, 90 milioni) pezzo di grandi dimensioni raffigurante una dama, di Nicolas Mignard pittore della corte di Luigi XIV, da Piero Zetti (Pv).
Tra i pittori dell’’800 si segnala la grande disponibilità di tele uscite dalla bottega Ciardi (Guglielmo, Beppe ed Emma), alcuni di grande qualità. Ma si potevano trovare anche i Fattori e qualcosa di Boldini.
Se poi Boldini non fosse risultato accessibile, si poteva sempre ripiegare su Lino Selvatico, di cui si ammirava un bel “Ritratto di Eleonora Fossati”, presentato dal trevigiano Centro Espositivo Permanente Dipinti 800 e 900 di Paolo Campopiano. Tra le sculture si trovavano anche pezzi del pieno medioevo, ma mi limiterò a segnalare un paio di bozzetti (h. cm. 50) in pietra di Nanto di Alessandro Vittoria (Boano M.A. di Castelfranco Veneto).
Da ultimo una chicca, fuori del seminato: Antiquitatenhaus di Klagenfurt ha portato a Padova alcuni disegni recenti di Music, ma anche uno stupendo paesaggio su tela ad olio (cm. 50 x 60) della fine degli anni ’50 che, resoconti delle aste alla mano e prezzi dei galleristi italiani in mente, si poteva acquistare per una cifra decisamente interessante. Fa riflettere.
Prestigioso corollario della fiera è stata la mostra, a cura di Luca Violo, dedicata ai calchi canoviani in gesso provenienti dalla Gipsoteca di Possagno. Il catalogo della mostra e della fiera stanno su un unico volume, in vendita al pubblico alla giusta cifra di 25.000 lire; l’organizzazione si è rifatta sul prezzo del biglietto: 20.000 lire, un po’ caro per un solo stand. Ma la critica principale va all’informazione sul sito di Padovafiere: semplicemente inesistente.
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Alfredo Sigolo
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