E’ stata inaugurata a Padova, nella splendida cornice di Palazzo Zabarella, l’esposizione dedicata agli ultimi anni di vita dell’artista più geniale e creativo del secolo scorso Pablo Ruiz Picasso
58 sono le sbalorditive opere presentate per la prima volta in Italia, provenienti in gran parte dalla collezione privata del nipote dell’artista, Bernard Ruiz Picasso, tutte datate tra il 1961 e il 1972, anno precedente la morte del maestro.
Rilevante, dal punto di vista culturale, la proposta di mostrare al pubblico questo insieme di quadri creati da un’artista, conosciuto ai più come promotore del cubismo e del surrealismo, che in quest’occasione si esibisce sotto un inedito e sconcertante aspetto.
Una stupendo viaggio tra le tematiche ricorrenti nella vita dell’artista: le donne – mogli, il pittore e la modella, gli autoritratti, i toreri, le singolari figure e i gentiluomini del XVII secolo.
La scelta degli allestitori di annullare gli spazi espositivi consueti dell’edificio storico, rendendo neutro l’insieme delle superfici attraverso un’uniforme grigio scuro, appare davvero congeniale a queste opere d’arte, che si animano sotto decisi e quasi violenti fasci di luce sorprendendo e nel contempo emozionando il visitatore.
Aprono il percorso espositivo due ritratti di donne sedute, contrapposti l’uno all’altro anche dal punto di vista della resa stilistica: nella “Donna con abito verde” i piani appaiono nettamente delimitati e le superfici quasi appiattite da un colorismo essenziale mentre nella “Donna con cappello ” l’immagine è resa più dinamica grazie ad un aumento delle linee di contorno ed a una pennellata resa maggiormente visibile.
Seguono volti e corpi di uomini e donne: in alcuni si riconoscono facilmente i lineamenti dell’artista, ad
Come sempre nei quadri di Picasso emergono evidenti sia le tracce dei suoi contemporanei che i chiari riferimenti all’arte del passato: nei tratti dei due bellissimi “Nudo di donna con le braccia alzate ” e “Nudo di donna sdraiata”, che si incontrano affiancati durante l’itinerario, evidenti sono i richiami ai tipi del mondo greco ed etrusco.
Procedendo nelle sale del Palazzo s’incontra una successione di personaggi bizzarri, tra essi molto particolari, anche per la resa del supporto, un “Torero” e un “Profilo” dipinti su cartone ondulato giallo, e una serie di “Busto” e “Testa ” che nei buffi baffetti e nella capigliatura riccioluta ricordano i personaggi dei moschettieri.
Terminano il percorso tutte quelle opere realizzate da Picasso tra il 1969 e il 1972; ciò che sorprende di più osservando questi dipinti è la prorompente forza vitale ed espressiva e l’accentuato colorismo che l’artista conferisce alla nuova maniera di dipingere la quale, sintetizzando gli stili di tutto il suo repertorio, caratterizza gli ultimissimi anni della sua produzione, consumati nell’espressione dell’inscindibile rapporto tra arte e vita.
Alla fine della mostra l’impressione è quella di essere usciti da un tunnel dove si è viaggiato ad alta velocità: nel buio assoluto della galleria lampi di luce illuminano e deformano le immagini che lasciano dietro di se un’esplosione di scie colorate.
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E' strano o no? Picasso e' un grande e su questo non ci piove...pero' a 80 anni gli e' stato permesso di reinventarsi e cosi' ogni altra volta che ha desiderato...riflettendo un po' a poche donne artiste viene data questa opportunita' (pochissime) e non se ne parla neppure. Spesso anche ad artisti uomini che non sono famosi e geniali come Picasso viene data la stessa chance: ne vedo tanta di geriatria in giro! Mettono persino le loro immagini in primo piano (yack!) con un desiderio di insegnare agli altri che poveretti devono soccombere spesso le loro idiozie ma bisogna essere deferenti e rispettosi che vuoi questa e' la regola vigente.