Ricordate la celebre invettiva di Umberto Eco contro i musei moderni? Impossibile per l’occhio umano assimilare tutte quelle opere e quelle informazioni contemporaneamente – sosteneva – bisognerebbe dedicare percorsi interi a una solo grande capolavoro.
Ma mentre i musei monocapolavoro non sono ancora stati inventati, per i fautori del “poco ma buono” esistono mostre come quella di Thea Djordjadze e Fausto Melotti alla Triennale di Milano. La mostra, curata da Lorenzo Giusti, è un delicato dialogo tra venticinque teatrini di Fausto Melotti – tutti provenienti da collezioni private – e il lavoro creato su misura dall’artista georgiana, classe 1971, che vive e lavora in Germania.
Una sala bianca e luminosa. Dai finestroni finalmente scoperti, fanno colore gli alberi immobili del parco Sempione. Non si fa in tempo a entrare nella sala di Abbandonando un’era che abbiamo trovato invivibile che già si percepisce, come alla vista di un palcoscenico ancora vuoto, il calare di un metafisico silenzio.
Roberta Palma
mostra visitata il 9 agosto
Dal 7 luglio al 27 agosto 2017
Thea Djordjadze Fausto Melotti
Abbandonando un’era che abbiamo trovato invivibile
La Triennale di Milano
viale Alemagna 6, Milano
orari: martedì-domenica 10.30-20.30
info: www.latriennale.org
Alex Da Corte torna a Milano con una nuova irriverente rassegna di opere, tra dipinti, sculture e installazioni. È la…
A quasi un mese dalla morte di Massimo Uberti, il fondatore di Casa Sponge Giovanni Gaggia lo omaggia con un…
Fino al primo giugno, Ersilia. Praticare l’altrove è il racconto corale al MACTE Termoli che reinterpreta la città tra folklore,…
Il sodalizio con l’Esposizione Internazionale d’Arte si riconferma anche in occasione della 60. edizione arricchendosi di una illy Art Collection…
Lino Musella lega tre brevi pièce del grande drammaturgo Harold Pinter sul filo della potenza della parola, tra questioni razziali…
La XIX edizione di Fotografia Europea, in programma a Reggio Emilia fino al 9 giugno, ci conduce a riflettere su…