Categorie: Architettura

Bam Bam Cemento!! La fine dell’architettura capitalista

di - 10 Settembre 2019

L’High Line di New York, il Millennium Park di Chicago, così come il Klyde Warren Park di Dallas, sono modelli di rigenerazione urbana di aree dismesse o degradate che hanno fatto storia.

Nel suo progetto di riqualificazione culturale e sociale, anche Milano punta sulle piazze verdi. È un esempio riuscito di collaborazione tra pubblico e privato BAM, acronimo di Biblioteca degli Alberi a Milano, cuore verde tutelato dal Comune di Milano incastonato tra i quartieri Garibaldi, ex Varesine e Isola. BAM è anche il primo giardino botanico non recintato di Porta Nuova, gestito dalla Fondazione Catella, a cui spetta vigilanza e manutenzione.

Questo giardino è nato con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità nello sviluppo territoriale e di contribuire a sensibilizzare il singolo cittadino a una condivisione più responsabile degli spazi pubblici e della natura. BAM, perfettamente integrato con lo skyline verticalista della città, è il parco simbolo di eventi gratuiti condivisi, inaugurato lo scorso week end con un maxi concerto della Filarmonica della Scala, diretta dal giovane maestro Alessandro Bonato, cha ha suonato davanti a un pubblico di oltre duemila persone sedute sui plaid domenica sera, 8 settembre.

BAM, Biblioteca degli Alberi a Milano

Questo parco “attivo” ha colto il messaggio della Biennale di Architettura (2018), a cura delle irlandesi Yvonne Farrell e Shelly McNamara, fondatrici del pluripremiato studio Grafton Architets Grafton, intitolata Freespace, un monito per interrogarci sullo spazio pubblico gratuito. BAM a Milano prevede di estendersi con aree pedonali in direzione dello Scalo Farini, ed è tra i luoghi più instagrammati dai cittadini e dai turisti, che iconizza una nuova immagine di Milano più green, social e vivibile (e i prossimi eventi sono suddivisi in 4 sezioni: #openairculture, #nature, #education, #wellness).

L’idea di come immaginare una città giardino si è materializzata anche in piazza Adriano Olivetti, nata l’anno scorso, situata fra via Orobia e via Adamello dietro alla Fondazione Prada, a poca distanza dallo Scalo Porta Romana, caratterizzata da grandi superfici d’acqua e di verde; 13mila metriquadrati di superficie in cui specchi d’acqua, fontane, fiancheggiano l’edificio vetrato. Uno spazio privato di uso pubblico sul vasto distretto Symbios, nuovo quartier generale Fastweb, luogo di aggregazione. Camminare su questo “water carpet” è un esperienza unica, in questo lato a sud di Milano, tra panchine e fontane, wi-fi e due totem multimediali per dare informazioni pubbliche ai cittadini.

BAM, Biblioteca degli Alberi a Milano

Questo giardino zen, aperta campagna fino al secolo scorso, con le onde generate dal passaggio delle persone, è un progetto dell’architetto paesaggista Carlo Masera, che ha selezionato erbe spontanee e piante autoctone, di facile manutenzione, mentre il progetto di recupero dell’ex area industriale è firmato dall’architetto Antonio Citterio.

Costruire, abitare e pensare a un modo di vivere in una città più alberata è dimostrabile anche con l’obiettivo di filari di alberi inclusi nel progetto di riqualificazione dell’area di Giambellino. Il restyling di questo malfamato quartiere a Lorenteggio, che vanta un complesso di edilizia residenziale pubblica costruito dal 1938 al 1944 dall’IFACP, di grande valore architettonico, oltre a un viale alberato prevede uno spazio di aggregazione e marciapiedi ai lati del viale, dove scorrono i binari del Tram 14, entro il 2021.

BAM, Biblioteca degli Alberi a Milano

I lavori di riqualificazione, iniziati da pochi giorni, interesseranno il tratto compreso tra piazza Tirana e largo dei Gelsomini. Su entrambi i lati della linea tranviaria ci saranno due fasce con nuovi percorsi verdi, siepi e piante. La forestazione di Milano procede con la piantumazione d Pyrus Calleryana, un particolare albero di pero resistente allo smog, alla siccità e al freddo intenso. Lungo il viale ci sarà un impianto di illuminazione pubblica migliore, e da queste parti garantire luce di qualità non corrisponde soltanto ad un fattore estetico, ma dovrebbe garantire una maggiore sicurezza. Inoltre il progetto include l’abbattimento delle barriere architettoniche e un sistema migliore di smaltimento delle acque. E saranno rese anche più comode le banchine di attesa del tram delle fermate della zona.

Quando anche Giambellino, dopo infinite vane promesse, sarà integrato al resto della città, riqualificato e trasformato in un centro dove si vive all’insegna della sicurezza, allora la periferia sarà davvero inclusione. Lo scopriremo nei prossimi decenni.

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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