Una nuova esposizione di disegni prevalentemente di scuola italiana, è stata recentemente inaugurata al museo del Louvre, le cui collezione di circa centotrentamila fogli permette sempre di avvicinarsi al mondo della grafica, realtà misconosciuta al grande pubblico, ma non per questo meno apprezzabile. L’indagine curiosa, attenta, ma soprattutto precisa e approfondita di Bernadette Py, curatrice dell’esposizione, ci permette di penetrare all’interno di una parte della collezione di disegni di Everard Jabach (1618-1695), banchiere tedesco naturalizzato francese, la cui passione per le opere d’arte e in particolare per i disegni, gli permise di possedere circa diecimila fogli. Nel 1671, forse in un momento di crisi economica, Jabach vendette la sua cosidetta prima collezione a Luigi XIV ; la seconda collezione, riunita dal collezionista negli ultimi vent’anni della sua vita, e la cui ricostruzione è l’oggetto di questa mostra, fu invece destinata alla morte di Jabach ad essere divisa tra vari collezionisti (tra cui Pierre Jean Mariette) in seguito alla sua vendita all’asta. Fortunatamente, l’inventario manoscritto, oggi alla Biblioteca dei Musée Nationaux di Parigi, grazie alla cura descrittiva delle opere della collezione ha permesso di individuare 700 disegni tra i 1200 fogli descritti. Il criterio di ricerca si è basato anche sull’analisi del tipo di montaggio che il collezionista utilizzava per conservare le sue opere : era caratterizzato da una banda dorata di circa un centimetro di larghezza applicata sul perimetro del foglio e delimitata sui bordi da un tratto a penna e inchiostro bruno. Inoltre, il foglio veniva controfondato con un cartoncino di dimensioni maggiori, dietro il quale erano riportate annotazioni, numeri e la sigla del collezionista stesso. L’analisi incrociata delle descrizioni e dell’analisi dei montaggi ha rivelato la presenza al Louvre di 150 disegni provenienti da questa collezione, e delle divisione tra il Museo Nazionale di Stoccolma, l’Albertina di Vienna, il Kupferstichkabinett di Berlino, gli Uffizi di Firenze, solo per citarne alcuni, dei restanti fogli.
Gli autori di questi disegni rivelano il gusto per l’arte italiana dell’antico collezionista : si possono ammirare un magnifico studio di drappeggio di Leonardo da Vinci, la forza di alcuni studi di Baccio Bandinelli, la delicatezza e i colori di Federico Barocci, Andrea del Sarto, Polidoro da Caravaggio e Perino del Vaga. Un gruppo di disegni di scuola bolognese opera di Nicolò dell’Abate, Domenichino e Carracci. Ma non mancano dei meravigliosi Dürer e Paul Bril, Luca di Leyda e Nicolas Poussin. Una bellissima collezione: ancora tra noi.
Roberta Serra
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