Nell’anno del bicentenario, il Prado di Madrid allestisce, per la seconda volta, una mostra dedicata esclusivamente ad artiste donne: Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana. Questa mostra segna una vera e propria svolta nella ricerca sull’arte rinascimentale al femminile. Le due artiste italiane, che ottennero grande notorietà e riconoscimento ai loro tempi, caddero nel dimenticatoio nei secoli successivi. I loro dipinti sono stati spesso attribuiti ad autori tra cui El Greco, Tiziano e i Carracci, azione della quale si può ritenere responsabile una commissione di storici dell’arte esclusivamente maschile. Nel corso dei secoli sono state infatti oscurate le tracce di moltissime artiste donne, dando vita a un sistema profondamente maschilista.
Il Prado di Madrid, come tanti altri musei del mondo, è segnato da una lunga storia di esclusione. Già nel 1971, Linda Nochlin denunciava questa condizione nel saggio Why have there been no great women artists?. Nel testo, l’autrice individuava come il problema dell’esclusione delle donne dai musei non fosse dovuto alla qualità del loro lavoro ma ai criteri istituzionali, familiari e gerarchici coi quali è stata costruita la storia dell’arte.
Per il Prado ci sono voluti quasi due secoli per abbattere o, per meglio dire, iniziare a mettere in discussione questo modus operandi. È stato solo nel 2016, infatti, che il museo ha dedicato per la prima volta una piccola personale all’artista fiamminga Clara Peeters.
In un’intervista al direttore Miguel Falomir è emerso come il Prado stia cercando di colmare, seppur in modo tardivo, queste lacune. La curatrice Leticia Ruiz ha evidenziato inoltre come la mostra sia stata un’occasione per studiare dipinti di qualità straordinaria di artiste che hanno rotto i canoni dell’arte rinascimentale femminile, aprendo le porte a più attive partecipazioni.
La mostra al Prado, aperta fino al 2 febbraio 2020, riunisce un totale di 65 opere chiave di Sofonisba e Lavinia, 56 delle quali sono prestiti da collezioni di musei europei e americani. Mettere insieme, in un’unica ricerca, opere da tutto il mondo costituisce di certo una nota di merito per l’istituzone madrilena, che ha cercato di creare un allestimento capace di rispettare l’opera di entrambe le pittrici.
Il lavoro di Lavinia Fontana viene presentato principalmente attraverso il meraviglioso corpo di opere a tema mitologico, usualmente riservato alla mano maschile. La mostra si apre proprio con il delicato e sensuale dipinto Minerva nuda, realizzato fra il 1604-1605.
Sofonisba Anguissola, che lavorò per anni alla corte di Spagna, viene presentata invece con i suoi raffinati ritratti, quattro dei quali conservati nelle stesse collezioni del Prado. Cogliendo l’occasione della mostra, il museo si è inoltre proposto come futuro punto di riferimento per lo studio dell’opera dell’artista.
Il Prado dà quindi prova di apertura a una ulteriore linea di ricerca e inclusione. A fianco del lavoro svolto in questo senso dai musei di arte contemporanea, un nuovo potenziale ruolo si profila per i musei di arte moderna: includere rivalutando e valorizzando opere e personalità finora rimaste nell’ombra.
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